Durante il montaggio di un filmato time-lapse con le immagini del telescopio spaziale Hubble, relative ad un getto di plasma in uscita da un buco nero supermassiccio al centro di una galassia a 260 milioni di anni luce dalla Terra, gli astronomi hanno osservato un urto ad alta velocità tra due nodi di materia.
Tra le immagini del telescopio spaziale della NASA Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) catturate nel 2010, gli scienziati hanno scoperto la galassia più luminosa dell'Universo finora conosciuta, illuminata dalla luce di oltre 300.000 miliardi soli.
Nel 2013, gli astronomi avevano annunciato la scoperta di un magnetar, ossia di una stella di neutroni con un campo magnetico eccezionalmente potente (circa 100 mila miliardi di volte quello terrestre), a soli 0,3 anni luce dal buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Ad oggi, è la stella di neutroni più vicina ad un buco nero che si conosca ed è probabile che finisca nella sua morsa gravitazionale.
Un campo magnetico molto potente è stato rilevato da ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) vicino all'orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio. I risultati saranno pubblicati nel numero del 17 aprile 2015 della rivista Science.
Le migliori osservazioni ottenute con il telescopio VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, confermano che la nube di polveri e gas nota come G2 è sorprendentemente sopravvissuta all'incontro ravvicinato con il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, identificato tramite la sorgente di onde radio associata, Sagittarius A* (Sgr A*).
Un team internazionale di astronomi dell'Università di Pechino e dell'Università dell'Arizona ha individuato SDSS J0100 + 2802, il nuovo quasar conosciuto più brillante dell'Universo primordiale, alimentato da un mostruoso buco nero.
La scoperta rappresenta un importante passo in avanti per comprendere l'evoluzione di questi nuclei galattici attivi appena 900 milioni di anni dopo il Big Bang.
Grazie alle osservazioni del telescopio spaziale XMM-Newton dell'ESA e del NuSTAR X-ray della NASA, un team internazionale di astronomi ha studiato il vento emesso da un buco nero supermassiccio al centro di una galassia, scoprendo che si propaga in tutte le direzioni con un impatto significativo sui processi di formazione stellare nella galassia ospite.
Dopo cinque anni di osservazioni con un piccolo telescopio, gli scienziati sono sicuri di aver assistito alla morte di una stella divorata da un buco nero, un evento piuttosto raro soprattutto se la stella oppone resistenza!
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Astrophysical Journal.
Nel mese di novembre, gli astronomi del Max-Planck-Institut für extraterrestrische Physik (MPE) hanno presentato nuove osservazioni sulla nube di gas G2, uno dei tanti oggetti che orbitano vicino al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, identificato tramite la sorgente di onde radio associatata, Sagittarius A* (Sgr A*)
Gli astronomi hanno scoperto un collegamento chiave tra alcuni quasar separati da distanze di miliardi di anni luce.
Utilizzando il Very Large Telescope (VTL) in Cile, un'equipe europea ha esaminato la polarizzazione proveniente da 93 quasar lontani, visti in un'epoca in cui l'Universo aveva circa un terzo dell'età attuale.