Basta avere un telescopio da 20 centimetri per osservare l'attività di un buco nero comodamente da casa.
La scoperta arriva da un team giapponese dell'Università di Kyoto, guidato da Mariko Kimura, che è riuscito a studiare nel visibile un buco nero in un sistema binario.
Un'emissione inaspettata di energetici raggi gamma provenienti da una galassia molto lontana è stata rilevata dal satellite della NASA Fermi e confermata dai telescopi Very Energetic Radiation Imaging Telescope Array System (VERITAS), in Arizona (USA).
Tre osservatori spaziali hanno rilevato un aumento di brillamenti in raggi X provenienti dal buco nero gigante, solitamente tranquillo, al centro della nostra galassia, la Via Lattea.
Utilizzando il Telescopio Spaziale Hubble, gli astronomi hanno scoperto due buchi neri supermassicci, uno più grande dell'altro, al centro del quasar più vicino alla Terra, noto come Markarian 231 (Mrk 231).
Stephen Hawking potrebbe aver risolto uno dei misteri più famosi della fisica, noto come "paradosso dell'informazione del buco nero".
Quella rappresentata è una simulazione al computer di come apparirebbe un buco nero in una galassia distante che emette un getto di particelle energetiche e la cui immagine viene distorta e moltiplicata dall'effetto di "microlensing gravitazionale" dovuto a stelle di una galassia più vicina (le zone con maggiore distorsione sono quelle in bianco).
Un team guidato da Andrew Beardmore, dell'Università di Leicester, Regno Unito, ha puntato il telescopio a raggi X a bordo del satellite della NASA Swift, verso il sistema binario V404 Cygni, formato da un buco nero e da una stella simile al Sole che orbitano uno intorno all'altra. Il risultato sono queste incredibili immagini, dove anelli concentrici simili ad tiro a segno, si estendono nel cielo per circa un terzo della dimensione apparente della Luna piena.
Durante il montaggio di un filmato time-lapse con le immagini del telescopio spaziale Hubble, relative ad un getto di plasma in uscita da un buco nero supermassiccio al centro di una galassia a 260 milioni di anni luce dalla Terra, gli astronomi hanno osservato un urto ad alta velocità tra due nodi di materia.
Tra le immagini del telescopio spaziale della NASA Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) catturate nel 2010, gli scienziati hanno scoperto la galassia più luminosa dell'Universo finora conosciuta, illuminata dalla luce di oltre 300.000 miliardi soli.
Nel 2013, gli astronomi avevano annunciato la scoperta di un magnetar, ossia di una stella di neutroni con un campo magnetico eccezionalmente potente (circa 100 mila miliardi di volte quello terrestre), a soli 0,3 anni luce dal buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Ad oggi, è la stella di neutroni più vicina ad un buco nero che si conosca ed è probabile che finisca nella sua morsa gravitazionale.