L'esplosione, scoperta da un team di astronomi guidato dall'Università di Southampton, è dieci volte più luminosa di qualsiasi supernova nota e tre volte più luminosa dell'evento distruttivo mareale più potente conosciuto, in cui una stella cade in un buco nero supermassiccio.
Il primo buco nero "fotografato" dal progetto EHT è stato rivisitato da un sistema di Intelligenza Artificiale per rivelare dettagli inediti
La stella Albireo, nota anche come beta Cygni, è forse la stella doppia bicolore più popolare di tutto il cielo. Adesso i dati di Gaia suggeriscono che contenga un oggetto compatto ed oscuro di circa tre masse solari, forse un buco nero.
L'Osservatorio WM Keck su Mauna Kea alle Hawaii ha monitorato per due decenni nube soprannominata X7 mentre si avvicina rovinosamente a Sagittarius A*.
All'inizio di quest'anno, gli astronomi hanno rilevato uno straordinario lampo in una zona buia del cielo. Oggi, gli scienziati del MIT insieme ad altri colleghi hanno determinato la probabile fonte di quel segnale.
Gli ipotetici ponti che collegano regioni distanti dello spazio e del tempo potrebbero più o meno assomigliare ai buchi neri, dicono gli scienziati. Il che significa che potremmo già averli rilevati senza saperlo.
È stato confermato grazie alle osservazioni con il Gemini North alle Hawai'i, gestito dal NOIRLab della NSF e si trova a soli 1500 anni luce dal nostro pianeta.
Ha 12 volte la massa del Sole e si trova a 1.550 anni luce dal nostro Sistema Solare e ciò lo rende uno dei buchi neri più vicini conosciuti.
I ricercatori dell'Università di Cardiff hanno identificato un peculiare movimento di torsione nelle orbite di due buchi neri in collisione, un fenomeno esotico previsto dalla teoria della gravità di Einstein.
Il "punto caldo" attorno a Sagittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea, è stato rilevato con il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array).