Era il maggio del 2022 quando Emma Haruka Iwao e il suo gruppo di sviluppatori di Google Cloud stabilirono un importante primato mondiale sul calcolo di Pi-greco, ottenendo per la prima volta 1014, ovvero centomila miliardi*, di cifre decimali. Quel risultato era stato ottenuto facendo girare il celebre software y-cruncher sul "Compute Engine" di Google Cloud e aveva richiesto circa 158 giorni per essere completato utilizzando 663 Terabyte di memoria. 

 Undici mesi dopo, Jordan Ranous di StorageReview aveva ottenuto lo stesso risultato impiegando solo 59 giorni, grazie all'utilizzo di un hardware "mirato" ma anche a buon mercato, basato su 600 TB di memorie a stato solido. Ebbene, lo scorso 13 Marzo lo stesso Ranous, insieme ai colleghi Kevin O’Brien e Brian Beeler (i primi due appaiono nella foto di apertura), ha annunciato di avere infranto quel record, innalzandolo del 5%. Può sembrare un risultato modesto, ma è stato in realtà un percorso tortuoso, con numerosi problemi hardware e software che hanno richiesto persino l'intervento diretto di Alexander J. Yee, lo sviluppatore del software Y-cruncher.

 L'hardware utilizzato era notevole, con due processori AMD EPYC "Bergamo", da 128 cores ciascuno, equipaggiati con 1,5TB di DRAM e una memoria di massa di quasi 1 Petabyte (per la precisione 960 TB) sottoforma di memoria a stato solido Solidigm QLC SSDs. Rispetto al primato precedente stabilito dagli stessi autori, quindi, c'è stato un progresso sia in termini di potenza di calcolo (numero di cores) che di storage (quasi raddoppiato). Eppure i 75 giorni necessari ad effettuare il calcolo, insieme al modesto aumento di cifre calcolate, non rendono giustizia al lavoro svolto perchè hanno risentito delle suddette difficoltà inedite; è come se la montagna avesse generato il proverbiale topolino! 

Links: https://www.storagereview.com/review/breaking-records-storagereviews-105-trillion-digit-pi-calculation

* Nota: questo numero, nel sistema internazionale, andrebbe espresso come 100 bilioni mentre americani e francesi lo indicano come "100 trillions", cosa che purtroppo genera non poca confusione, dato che per noi il trilione significherebbe invece 1018 e in USA "billion" vuol dire miliardo! L'assurdità di tali contrapposizioni, dettate a quanto pare da pura ottusità campanilistica, si ritrova anche in altre convenzioni, come l'uso del punto e della virgola nei numeri (come separatori tra migliaia o tra interi e decimali), l'indicazione delle date (mese-giorno-anno invece di giorno-mese-anno) e degli orari (ciclo di 12 ore invece di 24). Per non parlare dell'uso protervo del Sistema Imperiale invece di quello Internazionale per le unità di misura. La maggior parte della razza umana finge che questo non sia un problema e che, anzi, tale diversità rappresenti una forma di ricchezza culturale ma, secondo il parere di chi scrive, si tratta solo di una ulteriore espressione della stupidità umana, perchè fonte di ambiguità fastidiose e, a volte, dannose!