Un'indagine approfondita ha scoperto che il nucleo interno della Luna è una palla solida con una densità simile a quella del ferro.
Nel 2021, un paio di martemoti hanno inviato onde sismiche nelle profondità di Marte, fornendo agli scienziati i migliori dati finora disponibili sul nucleo del pianeta.
Più di mezzo miliardo di anni fa, la Terra ha subito un collasso quasi completo del suo campo magnetico. Cominciò nel primo periodo del Cambriano. Poi, dopo circa 15 milioni di anni, ha ripreso a crescere.
Per la prima volta, gli scienziati hanno esaminato una zona a velocità ultra-bassa (ULVZ). Queste enigmatiche sacche di roccia si trovano vicino al nucleo terrestre, a circa 3.000 chilometri sotto la superficie.
Nuovi modelli suggeriscono che un gas estremamente raro sta fuoriuscendo dal nucleo metallico della Terra.
I ricercatori hanno ricreato le condizioni attese nel nucleo di Marte miliardi di anni fa e hanno scoperto che il comportamento del metallo fuso una volta presente nel cuore del pianeta, probabilmente ha solo dato origine a un breve campo magnetico destinato a svanire precocemente.
Mentre le temperature in superficie e nell'atmosfera fluttuano nel corso degli eoni e, negli ultimi tempi, sono afflitte dal cosiddetto riscaldamento globale, l'interno fuso del nostro pianeta si è raffreddato e continua a raffreddarsi da quando la Terra è nata 4,5 miliardi di anni fa.
Le onde sismiche che si propagano nel sottosuolo vengo utilizzate dai ricercatori per esplorare la composizione di crosta e mantello della Terra. Giù, vicino al nucleo, ci sono patch in cui le onde sismiche rallentano a passo d'uomo. Una nuova ricerca dell'Università dello Utah ha scoperto che queste zone enigmatiche sono sorprendentemente stratificate.
Un team guidato dal fisico Sébastien Merkel dell'Università di Lille in Francia, ha ricreato le condizioni di pressione che esistono nel nucleo esterno terrestre ed ha osservato la deformazione strutturale del ferro.
Il nucleo liquido esterno della Terra potrebbe essere il più grande serbatoio di carbonio del pianeta. La scoperta potrebbe aiutare a spiegare le note variazioni nella sua densità.