Gli scienziati ancora non hanno determinato se esiste o non esiste vita su Marte, o se è esistita in passato ma continuano a scoprire microrganismi in grado di sopravvivere nei luoghi più inospitali della Terra.
Un nuovo studio, condotto presso le calde sorgenti di Yellowstone, ha rivelato che i materiali organici potrebbero rimanere conservati in ambienti molto simili a quelli di Marte. La scoperta ha naturalmente notevoli implicazioni nella ricerca della vita su altri mondi.
I dati della sonda della NASA Cassini hanno fornito le prime prove evidenti di attività idrotermale su Encelado, la luna ghiacciata di Saturno già nota per i suoi geyser e per possedere un oceano sotterraneo. I processi attivi sarebbero simili a quelli presenti sulla Terra nelle profondità oceaniche. Una scoperta importantissima con implicazioni scientifiche senza precedenti.
Le dune di Marte, soprattutto quelle al polo nord, potrebbero ospitare acqua liquida non molto sotto la loro superficie ghiacciata: la scoperta si basa su una ricerca effettuata in Alaska ed apre nuove ipotesi sul recente ambiente marziano.
Oggetto dello studio sono state le dune del Kobuk Valley National Park, circa 600 chilometri a nord di Fairbanks, in Alaska.
Dopo anni di immagini ad alta risoluzione della superficie del Pianeta Rosso, una nuova ricerca si aggiunge alle recenti continue conferme: l'acqua un tempo scorreva sulla superficie di Marte.
Le reti di canali visibili nei crateri da impatto sarebbero condotti fossili, dove un tempo scorreva l'acqua che risaliva dal sottosuolo.
Nuove prove indicano un passato umido per Marte e si aggiungono ai risultati della missione Cuiorsity ed alle evidenze segnalate dai rover e lander di superficie e dalla sonde orbitali delle missioni passate.
I dati arrivano dello spettrometro CRISM (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars) dalla sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), che ha osservato il grande cratere McLaughlin, largo 92 chilometri e profondo 2,2 chilometri.
Alla luce delle ultime scoperte del rover della NASA Curiosity, nuove conferme vanno a supportare la teoria sostenitrice di un passato marziano caldo e umido.
Da quando la scienza ha iniziato ad interessarsi al Pianeta Rosso sono stati creati migliaia di modelli e ricostruzioni.
In attesa dell'approvazione da parte del team di missione per la prima perforazione, Curiosity vaga nel bacino di Yellowknife Bay scoprendo importanti indizi sulla presenza dell'acqua nella storia del cratere Gale: ogni nuovo dettaglio non fa altro che confermare un ambiente antico particolarmente bagnato.
E' un mondo di conglomerati, arenarie, siltiti, berries, ciottoli lucenti, rocce venate e fratturate che prova la presenza dell'acqua passata su Marte.
Più volte nelle pagine del nostro blog aliveuniverseimages.blogspot.com prima e di questo sito ora, con l'aiuto delle immagini dei rover Spirit ed Opportunity, abbiamo ribadito e sostenuto che l'acqua su Marte è presente oggi: sotto la superficie e con alcune particolari condizioni, in affioramento.
Abbiamo parlato di sabbie "sature", di apparente "umidità": è chiaro che sono termini da valutare con cautela e con le dovute proporzioni ma comunque, secondo noi appropriati.