Un gruppo di ricerca ha scoperto che i batteri antichi avrebbero potuto sopravvivere vicino alla superficie di Marte molto più a lungo di quanto si pensasse in precedenza.
Secondo lo studio, microbi semplici che si nutrono di idrogeno ed espellono metano potrebbero aver prosperato su Marte circa 3,7 miliardi di anni fa, all'incirca nello stesso periodo in cui la vita primitiva stava emergendo negli oceani della Terra.
Microrganismi vivi stanno uscendo dal loro habitat usuale, quelli congelati si stanno risvegliando a causa dello scongelamento del permafrost e dello scioglimento dei ghiacci con conseguenze in gran parte sconosciute. Cosa succederà nei prossimi anni?
"In tutti gli ambienti terrestri vivono dei microrganismi tanto che risulta difficile credere che non ce ne siano là fuori su altri pianeti o lune", ha dichiarato Rebecca Mickol astrobiologo presso l'Arkansas Center for Space and Planetary Sciences dell'Università di Arkansas a Fayetteville, autrice di un documento pubblicato sulla rivista Origins of Life and Evolution of Biospheres. "Ed è per questo che gli organismi più semplici e più antichi della Terra potrebbero sopravvivere anche su Marte".
Da quando la sonda dell'ESA Rosetta si è avvicinata a pochi chilometri dalla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, tra settembre ed ottobre 2014, le immagini ad alta risoluzione di OSIRIS hanno mostrato dettagli del nucleo senza precedenti.
Un team internazionale di ricercatori, della Cina, del Giappone e della Germania, insieme ad un gruppo dell'École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EFL), ha pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Meteoritics e Scienze Planetarie che riaccende per l'ennesima volta un annoso dibattito: Marte ha ospitato e/o ospita ancora la vita?
Una recente ricerca condotta da Rainer Meckenstock, microbiologo ambientale del Helmholtz Zentrum München in Germania, pubblicata sulla rivista Science, rivela che la vita può esistere in uno dei posti più inospitali del nostro pianeta.
Il team internazionale di scienziati, infatti, ha scoperto batteri e archeobatteri in un lago di asfalto a Trinidad, un singolare bacino di bitume naturale che si trova sull'isola omonima di fronte al Venezzuela, concentrati in minuscole goccioline d'acqua all'interno dell'olio circostante.
Nell'agosto 2012 quando Curiosity sbarcò con successo su Marte, potrebbe non esser stato da solo ma decine di specie microbiche avrebbero intrapreso il viaggio clandestino dalla Terra.
Un nuovo studio, infatti, ha identificato ben 377 ceppi di microrganismi in grado di resistere a temperature estreme e danni causati dalle radiazioni ultraviolette C, il tipo potenzialmente più dannoso.
Secondo un recente studio della NASA, finanziato dal Rensselaer Polytechnic Institute (Troy, New York), le colonie di batteri cresciuti a bordo dello Space Shuttle Atlantis si comportavano in modo mai osservato sulla Terra.
Le recenti scoperte forniscono informazioni importanti sugli effetti del volo spaziale sul comportamento delle comunità batteriche e rappresentano un passo fondamentale verso la comprensione e la mitigazione del rischio che queste possono rappresentare per gli astronauti durante le missioni di lunga durata.
Non abbiamo potuto fare a meno di notare lo studio pubblicato da Joseph Levy, ricercatore della Oregon State University: "Antarctic salty soil sucks water out of atmosphere: Could it happen on Mars?".
Poichè suoli con caratteristiche analoghe sono stati scoperti nei pressi del lander NASA Phoenix, il parallelo con Marte è stato abbastanza immediato e ci si chiede se, durante particolari periodi dell'anno, sul suolo marziano possa verificarsi una sorta di brina salata.