Questa insolita vista della famosa Nebulosa di Orione alle lunghezze d'onda delle micro-onde e dell'infrarosso è stata ottenuta con gli strumenti ALMA, IRAM e VLT e mostra una rete di filamente freddi (in rosso) che avvolgono zone di formazione stellare.
Il telescopio Yepun (UT4) del VLT (Very Large Telescope) dell'ESO è stato trasformato in un telescopio completamente adattivo ed ha ripreso la nebulosa planetaria IC 4406, rivelando strutture a guscio mai viste prima, insieme con i filamenti scuri (già noti) dovuti alla polvere che le hanno valso il nome popolare di Nebulosa Retina.
Questi tre dischi planetari sono stati osservati con lo strumento SPHERE, montato sul VLT dell'ESO; si tratta di sistemi planetari appena nati, ancora immersi in nubi di polvere.
Questa immagine spettacolare della regione di formazione stellare nella Nebulosa di Orione (M42) è stata ottenuta con una serie di pose della camera infrarossa HAWK-1 al telescopio VLT dell'ESO in Cile.
Questa immagine composita mostra l'esopianeta HD 131399Ab appena scoperto nel sistema stellare triplo HD 131399.
Installato sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO in Cile, il gioiello interferometrico GRAVITY ha iniziato le sue prime osservazioni, combinando con successo la luce di quattro telescopi.
Un'antica nube di gas nello spazio profondo potrebbe essere ciò che resta delle prime stelle dell'Universo.
La scoperta arriva da un gruppo di scienziati australiani e statunitensi che, grazie al Very Large Telescope in Cile, sono riusciti a decifrare la composizione dell'oggetto formatosi 1,8 miliardi di anni dopo il Big Bang.
In questa immagine, ripresa con il VLT, la galassia che domina il centro dell'immagine come un ovale dorato è una galassia ellittica a circa 200 milioni di anni luce da noi nella costellazione del Centauro.
La stella VY Canis Majoris ripresa dal coronografo SPHERE sul VLT mostra nubi di polvere che la circondano, illuminati da questa ipergigante rossa.
Questa immagine è una rappresentazione artistica ma la realtà, osservata dagli astronomi con il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, non deve essere tanto diversa: a 160.000 anni luce dalla Terra, ci sono due stelle calde e massicce così vicine tanto da toccarsi. La catastrofe sarà inevitabile.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.