La fascia di radiazioni è stata osservata al di fuori del nostro Sistema Solare, utilizzando una serie coordinata di 39 antenne radio dalle Hawaii alla Germania per ottenere immagini ad alta risoluzione.
Una tempesta solare ha creato una breccia nel campo magnetico terrestre. Il foro risultante ha consentito alle particelle energetiche di penetrare in profondità nell'atmosfera del pianeta e di scatenare aurore rosa estremamente rare.
Era larga 130.000 chilometri e raggiungeva i 700 gradi centigradi, viaggiando a velocità fino a 2.400 metri al secondo dal polo nord di Giove.
Gli scienziati della Università della California di Los Angeles (UCLA) hanno scoperto una nuova fonte di elettroni super veloci ed energetici che piovono sulla Terra, un fenomeno che contribuisce alla colorata aurora boreale ma pone anche rischi per satelliti, veicoli spaziali e astronauti.
Gli scienziati del Southwest Research Institute ( SwRI) hanno utilizzato i dati di Juno per studiare la popolazione di particelle che viaggia lungo la linea del campo magnetico che collega Ganimede a Giove.
Gli scienziati spaziali della Università di Leicester hanno scoperto un meccanismo mai visto prima che alimenta enormi aurore planetarie su Saturno.
Nuove osservazioni dell'osservatorio spaziale NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope Array) della NASA hanno mostrato che il gigante gassoso può emettere luce ad alta energia, che finora non era mai stata rilevata né su Giove né su qualsiasi altro pianeta del Sitema Solare diverso dalla Terra.
Gli studiosi hanno già trovato molti resoconti storici di aurore che, in passato, si sono spinte fino alle medie latitudini, durante particolari periodi di intensa attività solare. Ma ora si è scoperto che 41.000 anni fa, una perturbazione geomagnetica ha fatto vagare le aurore per secoli, fino all'equatore terrestre.
Gli scienziati dell'Università di Leicester hanno lavorato con i colleghi dell'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), dell'Università di Boston, del Goddard Space Flight Center della NASA e del National Institute of Information and Communications Technology (NICT) per svelare il meccanismo alla base del riscaldamento atmosferico di Giove.
In un nuovo studio, i ricercatori hanno combinato osservazioni dell'ambiente gioviano della sonda della NASA Juno, che è attualmente in orbita attorno al pianeta, con misurazioni simultanee di raggi X raccolte dall'osservatorio XMM-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea ESA.