Il rover cinese Zhurong ha trovato prove della presenza di acqua sulla superficie delle dune marziane nel corso della sua missione.
Scoprire una potenziale fonte di acqua, anche nella zona equatoriale del Pianeta Rosso, potrebbe avere forti implicazioni per la futura esplorazione umana e suggerisce che la storia recente di Marte potrebbe essere stata più acquosa di quanto si pensasse in precedenza.
Grazie ai dati rilevati dallo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA) della NASA, un nuovo studio ha messo insieme la prima mappa dettagliata e ampia della distribuzione dell'acqua sulla Luna.
Attraversando una zona del cratere Gale, che gli scienziati ritenevano fosse stata più asciutta in passato, il rover della NASA Curiosity ha scoperto strutture rocciose increspate che suggeriscono l'esistenza di antichi laghi.
Un gruppo di ricerca indipendente, utilizzando nuovi metodi per analizzare i dati registrati da Curiosity della NASA, è stato in grado di confermare che alcuni aloni attorno alle fratture studiate dal rover contengono opale ricco di acqua, una risorsa potenzialmente importante per la futura esplorazione umana.
Un team di ricercatori del Center for Star and Planet Formation dell'Università di Copenaghen, in collaborazione con i colleghi dell'Université de Paris, dell'ETH di Zurigo e dell'Università di Berna, ha trovato prove che la maggior parte dell'acqua che costituiva un antico oceano globale su Marte proveniva dai meteoriti di condrite ricchi di carbonio, provenienti dal Sistema Solare esterno.
Un team internazionale di ricercatori ha trovato nuove prove della possibile esistenza di acqua liquida sotto la calotta polare meridionale del Pianeta Rosso
Nuove simulazioni indicano che i poli della Luna si sono spostati di circa 300 chilometri nel corso di miliardi di anni.
La mappa mostra i giacimenti minerari in tutto il pianeta ed è stata meticolosamente creata nell'ultimo decennio utilizzando i dati del Mars Express Observatoire pour la Mineralogie dell'ESA, dello strumento l'Eau, les Glaces et l'Activité (OMEGA) e del Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars (CRISM) del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA.
Una regione su Marte potrebbe essere stata abitabile ripetutamente fino a tempi relativamente recenti nella storia marziana.