All'interno di Cerere è presente un serbatoio profondo di salamoia che rifornisce la famosa "macchia bianca" all'interno del cratere Occator.
Questo mosaico unisce le due immagini ad alta risoluzione mostrate ieri.
La NASA ha finalmente pubblicato questa immagine a risoluzione inedita del celebre bright spot di Cerere, ovvero la formazione "Cerealia Facula" al centro del cratere Occator.
Finalmente pubblicate le prime immagini ravvicinate di Cerealia Facula, la macchia chiara che ha intrigato tutti fin dal primo approccio a Cerere.
L'area luminosa al centro del grande cratere Occator sul pianeta nano Cerere ha solo 4 milioni di anni, secondo uno studio appena pubblicato sull'Astronomical Journal.
I ricercatori, guidati da Andreas Nathues del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) in Germania, sono giunti a questa conclusione analizzando i dati rilevati dalla Framing Camera (FC) e dallo spettrometro a bordo della sonda della NASA Dawn.
Una suggestiva vista obliqua sul cratere Occator è stata ripresa dalla sonda della NASA Dawn il 18 ottobre 2016.
Il famoso "Bright Spot" di Cerere al centro del cratere Occator presenta un'alta concentrazione di carbonati, la maggiore osservata al fuori della Terra.
Mostrate in occasione della 47° conferenza Lunar and Planetary Science, le attesissime immagini del cratere Occator di Cerere riprese dalla sonda della NASA Dawn durante l'orbita LAMO.
I misteriosi "Bright Spot" su Cerere mostrano inaspettate variazioni di luminosità, non solo a causa della rotazione del pianeta nano ma anche durante le ore diurne, suggerendo che la materia di cui sono composti sia volatile ed evapori grazie al calore della luce solare. Queste osservazioni, però, non arrivano dalla sonda della NASA Dawn che è in orbita attorno a Cerere da oltre un anno, ma dallo spettrografo HARPS all'Osservatorio dell'ESO in Cile.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.