Circa ogni 11 anni, il Sole inverte completamente il suo campo magnetico, il polo nord magnetico passa a sud e viceversa.
L'inversione avviene in corrispondenza del massimo dell'attività solare e, la prossima, era stata prevista intorno a maggio 2013.
Da recente studio a cura di Eric Kort del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena in California, è emerso che dal mare dell'Artico dove prima erano i ghiacci, ora vengono rilasciate in atmosfera rilevanti quantità di metano.
Il metano è un importante gas serra che contribuisce in modo sostanziale al riscaldamento globale.
Prendendo spunto dalle ultime immagini della PanCam di Opportunity, vorremmo esporre alcune brevi riflessioni sulle ormai famose "Martian Berries" che come abbiamo avuto modo di notare in questi anni di esplorazione del pianeta rosso, caratterizzano alcune aree specifiche della superficie di Marte.
Nella tarda mattinata del 13 Aprile, il Sole ci ha regalato un bellissimo spettacolo durato per diverse ore.
Noi lo abbiamo osservato da Savona (Liguria, Italia).
Tra l'8 e il 10 marzo scorso la Terra è stata investita da potenti eruzioni solari.
La quantità di energia che ci ha colpito, oltre a causare uno spettacolo notevole di aurore boreali, è stata decisamente rilevante.
La parte superiore della nostra atmosfera, si è riscaldata con dei picchi di emissione infrarossa, dovuta a ossido nitrico (monossido di azoto) ed anidride carbonica che hanno re-irradiato nello spazio gran parte della radiazione ricevuta.
L'anello F di Saturno presenta dalle caratteristiche davvero dinamiche ed è in continua mutazione.
Scoperto dalla sonda Pioner 11 nel 1979, quando la Voyager 1 era giunta nei pressi di Saturno nel 1980, l'anello era debole ma scintillava in alcuni punti. Con la missione Cassini nel 2004, questi spot sembravano essere scomparsi ma l'anello nel suo complesso era cresciuto e risultava più brillante.
Siamo verso la fine della primavera, nella regione Amazonis Planitia, emisfero nord, una zona in cui i dust devil sono numerosi e viaggiano sulla superficie di Marte lasciando numerose tracce al suolo.
Da un punto di vista strettamente matematico, la luminosità di una sorgente dipende dalla distanza che ci separa da essa. In particolare, l'intensità di una sorgente puntiforme diminuisce proporzionalmente al quadrato della distanza tra sorgente ed osservatore. Dal momento in cui Marte è in media 1,5 volte più distante dal Sole rispetto alla Terra, ne deriva che, da Marte, la luminosità del Sole è circa il 50% in meno rispetto a quella percepita sulla Terra.
Non abbiamo potuto fare a meno di notare lo studio pubblicato da Joseph Levy, ricercatore della Oregon State University: "Antarctic salty soil sucks water out of atmosphere: Could it happen on Mars?".
Poichè suoli con caratteristiche analoghe sono stati scoperti nei pressi del lander NASA Phoenix, il parallelo con Marte è stato abbastanza immediato e ci si chiede se, durante particolari periodi dell'anno, sul suolo marziano possa verificarsi una sorta di brina salata.
Quando pensiamo alla vita su Marte è naturale partire da ciò che conosciamo.
Sicuramente esistono delle basi comuni ma la vita è in grado di esistere ovunque, alle codizioni più estreme e soprattutto, è in grado di adattarsi, probabilmente oltre le nostre aspettative.
In questi anni, le immagini del Microscopic Imager (MI) dei rover Spirit e Opportunity sono passate troppo inosservate.
Cosa stiamo guardando esattamente con il MI?