I dati provenienti da un veicolo spaziale in orbita attorno alla Terra hanno rivelato strutture increspate nel cosiddetto termination shock e nell'eliopausa.
Utilizzando i dati del satellite IBEX della NASA, gli scienziati hanno mappato per la prima volta il confine dell'eliosfera. Il modello offre una migliore comprensione di come interagisce il vento solare con lo spazio interstellare.
Questa è la curiosa ed inattesa forma che dovrebbe avere l'eliosfera solare, secondo un recente modello numerico basato sui dati raccolti da varie sonde spaziali.
Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, gli ultimi dati sui raggi cosmici mostrano in maniera inequivocabile che la sonda è entrata in una nuova regione che somiglia molto a quella attraverso cui viaggia la gemella da 6 anni.
Gli ultimi rilevamenti fatti dalla sonda Voyager-2 suggeriscono che si stia avvicinando al confine tra lo spazio interplanetario e quello interstellare, come già fece la gemella Voyager-1 6 anni fa.
Il vento solare è un flusso di particelle cariche emesso dall'alta atmosfera del Sole che crea una bolla estesa oltre i confini del Sistema Solare, chiamata eliosfera.
Per decenni gli scienziati hanno immaginato l'eliosfera come una specie di cometa, ossia con una coda lunga migliaia di volte la distanza Terra – Sole. Ora, però una nuova ricerca suggerisce che la sua forma su larga scala è controllata dal campo magnetico del Sole, molto di più di quanto si pensasse.
Nel 2012 il team della missione Voyager 1 aveva annunciato che la sonda era ufficialmente diventata il primo veicolo spaziale costruito dall'uomo ad aver raggiunto lo spazio interstellare.
Dopo una serie di notizie contrastanti, infatti, i dati mostravano che la Voyager stava viaggiando, da circa un anno, nel plasma, o gas ionizzato, presente nello spazio interstellare. La sonda si trovava dunque in una sorta di zona di transizione, sempre all'interno del nostro Sistema Solare, ma al di fuori dell'eliosfera, ossia di quella gigantesca bolla dominata dal campo magnetico della nostra stella e dal vento solare.
La sonda della NASA Voyager 1 ancora risente degli effetti del Sole pur navigando nello spazio interstellare.
Nell'autunno 2013, sono state proprio le onde d'urto provenienti dalla nostra stella a convincere gli scienziati che la sonda aveva effettivamente lasciato l'eliosfera per entrare in una nuova frontiera, la regione di spazio tra le stelle riempita da una sorta di zuppa di particelle cariche, nota come plasma.
Giovedì sera ero appena tornata a casa da una giornata di lavoro passata davanti al computer, così, dopo cena, ho acceso il notebook un po' controvoglia, solo per leggere velocemente le ultime news.
Sul sito NASA, però, ho visto il grande annuncio sulla sonda Voyager 1 e non ho resistito: nonostante la stanchezza, ho subito pubblicato la notizia "E' UFFICIALE: LA SONDA DELLA NASA VOYAGER 1 HA RAGGIUNTO LO SPAZIO INTERSTELLARE".
Da ieri sera la notizia che molti aspettavano:
E' UFFICIALE: LA SONDA DELLA NASA VOYAGER 1 HA RAGGIUNTO LO SPAZIO INTERSTELLARE
Ma cosa ha rilevato esattamente la Voyager 1?
Un emozionante audio/video file è stato pubblicato dal Jet Propulsion Laboratory della NASA con i suoni dello spazio interstellare.