Un anno fa il mondo vide la prima, confusa immagine di un buco nero; quella figura nasconde una struttura molto più intricata, fatta di innumerevoli anelli di luce la cui impronta potrebbe essere rivelata dai futuri radiointerferometri nello spazio.
Il 2019 è stato ricco di eventi importanti per l'astronomia e l'astronautica. Speriamo lo sia anche il 2020...
In un recente articolo, due ricercatori propongono che l'ipotetico pianeta X possa essere un piccolo buco nero primordiale catturato dal sistema solare. E suggeriscono come rivelarlo.
A quanto pare siamo nel pieno di una ondata di onde gravitazionali perché, a meno di 24 ore di distanza, sono giunti due segnali significativi.
Quella del buco nero al centro di questa galassia ellittica gigante è stata definita "immagine del secolo", ma è solo l'ultima di una serie di indagini a risoluzione crescente compiute tramite radiointerferometri.
Adesso che le antenne LIGO e Virgo sono spente per manutenzione, vediamone il motivo e tiriamo le somme su quanto osservato finora. E intanto i giapponesi stanno per entrare nel club!
Oggi, a sole 25 ore dallo spegnimento delle due antenne Ligo (previsto per le 17 di domani) ben due onde gravitazionali sono state rivelate a distanza di 58 minuti uno dall'altro!
Dopo una settimana di silenzio e a una settimana dell'interruzione di Ottobre, una nuova "doppietta" di onde gravitazionali ci ha investiti tra ieri e oggi, a distanza di 11,5 ore una dall'altra.
Nelle prime ore di oggi è giunta una nuova onda gravitazionale, ancora una fusione tra buco nero e stella di neutroni come quello del 14 Agosto. E' il ventisettesimo segnale da quando è partito l'attuale ciclo di osservazioni e conclude in bellezza una settimana particolarmente buona in termini di copertura. (Aggiornamento)
Nel 2019 il gruppo europeo "Gravity collaboration" ha stabilito la nostra distanza dal buco nero al centro della Via Lattea con una precisione senza precedenti.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.