Gli ultimi studi sull'effetto di "lente gravitazionale" rivelano che la presunta materia oscura negli ammassi di galassie è distribuita in maniera diversa da quanto previsto dai modelli.
Sembra un quadro astratto ma è la spettacolare rappresentazione del moto di un giovane ammasso di galassie in una simulazione al supercomputer (TNG100).
Questo mix di immagini riprese in diverse bande (raggi X, visibile e onde radio) mostra quattro ammassi di galassie in procinto di collidere e fondersi tra loro.
Questa immagine profonda nella banda dell'ultravioletto è ripresa dal telescopio spaziale nell'ambito della "Hubble Deep UV (HDUV) Legacy Survey".
Una spettacolare visione a raggi X di una porzione dell'ammasso di galassie nel Perseo, ripresa dal satellite americano Chandra in 16 giorni di osservazione.
Il grande ammasso di galassie MACS J0717, a una distanza di 5.4 miliardi di anni luce, è una delle più grandi e complesse strutture su larga scala nell'universo. Qui è stato osservato sia da Hubble (immagine visibile), sia nei raggi X dal NASA Chandra X-ray Observatory (emissione diffusa in blu) sia nel radio con NRAO Jansky Very Large Array (in rosa)
Questa immagine mostra il campo XXL-Sud (o XXL-S), una delle due zone di cielo osservate dalla survey XXL.
Quella mostrata è la parte centrale di un ammasso di galassie la cui gravità moltiplica, deformandola, l'immagine di una galassia molto più lontana, L'effetto "lente gravitazionale", previsto da Einstein, è stato in questo caso utilizzato per mappare la distribuzione della materia oscura nell'ammasso, dato che questa è la causa principale della deviazione dei raggi luminosi. La distribuzione è quella mostrata nel riquadro (curve di livello) e ha fornito i primi indizi di "auto-interazione" non gravitazionale della materia oscura con se stessa.
Combinando le osservazioni ottenute con i telescopi dell'ESA Herschel e Planck, gli astronomi hanno scoperto antiche strutture nell'Universo che potrebbero essere i precursori degli ammassi di galassie che vediamo oggi.
Un recente studio, focalizzato sugli scontri tra ammassi di galassie che avvengono nel corso di miliardi di anni e sul comportamento della materia oscura, mostra che questa interagisce molto poco con sé stessa, ancora meno di quanto si pensasse.
La ricerca, guidata da un gruppo di scienziati del Politecnico di Losanna e dell'Università di Edimburgo, mette in dubbio l'idea che la materia oscura sia composta di particelle.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.