Dopo un decollo, un'ascesa e una separazione perfette, il direttore di volo di SpaceX ha deciso di abortire un rientro sulla terraferma da parte del primo stadio e quindi B13 si è inabissato nel Golfo del Messico, frenando e toccando il pelo dell'acqua a velocità quasi nulla per poi ribaltarsi ed esplodere (immagine a sinistra). Questo significa che le condizioni di funzionamento del booster o del sistema di cattura "Mechazilla" non erano sufficienti a garantire un "catch" sicuro; tale decisione era già nell'aria, perchè nei giorni precedenti e anche durante il countdown si è ripetutamente accennato a questa possibilità, come se SpaceX non fosse affatto sicura di poter ripetere l'incredibile impresa del volo precedente. Una possibile motivazione è che, durante il lancio, l'antenna sulla sommità della torre orbitale sembra essere stata seriamente danneggiata dagli scarichi del booster, rendendo impossibile una cattura con la dovuta precisione sub-centimetrica.

 Per contro, dopo un volo sub-orbitale perfetto e la riuscita accensione di un motore Raptor nello spazio, il secondo stadio S31 è rientrato sull'oceano indiano, effettuando una manovra "Belly flop" (raddrizzamento) e un  atterraggio morbido diurno nel luogo previsto, stavolta senza esplosioni (immagini sulla destra). La rimozione della protezione termica dalle fiancate e l'ingresso più ripido nell'atmosfera hanno causato evidenti deformazioni e bruciature nella fusoliera, anche se l'integrità del veicolo non è stata compromessa e non c'è stata una vera breccia negli alettoni anteriori. Questo dovrebbe preludere al tentativo di cattura tramite Mechazilla anche per lo ship, nel prossimo volo che, si spera, avverrà entro fine anno o al massimo a inizio 2025, stavolta usando la versione 2 di Starship.