Il primo segnale, denominato S240907cg, è giunto dopo un "silenzio" durato 5 giorni e doveva essere piuttosto debole, perchè prodotto da un "merging" a distanza cosmologica avvenuto solo 3,3 miliardi di anni dopo il Big Bang. Il secondo segnale, S240908bs, ha investito le antenne Ligo e Virgo 17 ore dopo e anche in questo caso i due buchi neri che l'hanno originato dovevano essere decisamente lontani, nominalmente 9,1 miliardi di anni luce al momento della fusione (divenuti 13,6 miliardi di anni luce estrapolando l'espansione cosmica all'epoca attuale); tuttavia, come evidente dalle mappe qui riportate, le reale collocazione della sorgente appare incerta e questo fa sì che la distribuzione in probabilità della distanza da Terra (grafico in alto a destra) mostri due picchi principali, uno alla distanza nominale e l'altro a circa 7,8 miliardi di anni luce. Ci sarebbero in realtà anche altre due possibili collocazioni alternative, vicine tra loro e situate quasi agli antipodi rispetto alle precedenti, nell'emisfero meridionale. Un terzo segnale è sopraggiunto a distanza di 4,5 ore, nel primo pomeriggio, ma era piuttosto debole e ambiguo, con una probabilità non trascurabile di essere di origine terrestre o frutto di una oscillazione del rumore. Pertanto, non è stato incluso nella nostra rubrica dedicata, alla quale rimandiamo il lettore interessato a conoscere ulteriori dettagli e statistiche aggiornate sulla rivelazione di onde gravitazionali.
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Un duplice segnale
Nei giorni scorsi, due onde gravitazionali provenienti da remote fusioni di buchi neri hanno investito i tre rivelatori tornati in funzione; l'ultimo segnale è particolarmente curioso.