Quello che vediamo è il risultato di una innovativa tecnica di elaborazione "sparse modeling", ancora in fase di affinamento e che dovrebbe permette di discernere, nella luce riflessa da un eso-pianeta di tipo terrestre, gli elementi climatici variabili da quelli permanenti. Sfruttando le immagini della Terra riprese dal satellite DSCOVR nell'arco di anni, la mappa che rimuove la maggior parte delle nuvole e separa i continenti dagli oceani; si distinguono vagamente America settentrionale e meridionale, Europa+Africa, Asia e Antartide (quest'ultima esageratamente estesa). La NASA prevede di lanciare un telescopio spaziale di 6 metri entro il 2030, il che consentirà la ripresa diretta di circa due dozzine di pianeti simili alla Terra e abbastanza vicini.