Il grafico, basato su un nuovo articolo appena uscito su Nature Communication, mostra la probabile evoluzione dell'orbita di questo oggetto considerando una popolazione di 800 "cloni" con elementi orbitali compatibili con le ultime misure e simulandone lo sviluppo nel tempo. E' confermato quanto avevamo scritto in un precedente articolo, ovvero che a partire dal 1500 e fino all'anno 6000-7500 l'asteroide continuerà ad oscillare attorno al punto di librazione L4, ovvero con una longitudine solare di 60° rispetto alla Terra; poi le perturbazioni planetarie renderanno l'orbita probabilmente solare, anche se c'è qualche possibilità che possa trasferirsi momentaneamente nell'altro punto lagrangiano davanti alla Terra. La vera novità contenuta nello studio è che, sulla base delle misure di colore, l'asteroide apparterrebbe alla categoria tassonomica C, dunque a bassa albedo (intorno al 6%) e conseguente elevato diametro, ora stimato in 1180±80 metri, 3-4 volte le dimensioni stimate di 2010 TK7.
Tutto questo rende interessante l'asteroide in vista di una futura esplorazione ravvicinata, in prospettiva addirittura per un possibile sfruttamento minerario, magari con la costruzione di una colonia. Gli autori calcolano che, partendo nelle finestre temporali più favorevoli (che si presentano periodicamente negli ultimi giorni di ogni anno) la necessaria spinta o variazione di velocità Δv ammonterebbe a 3,3 km/s partendo da un'orbita terrestre bassa, in caso di un semplice "fly-by"; essa salirebbe a circa 10,5 km/s per una missione di "rendez-vous", un valore decisamente elevato e dovuto essenzialmente ai valori elevati di eccentricità ed inclinazione orbitale nell'orbita dell'asteroide.