Se domenica scorsa avevamo attribuito la risalita all'incrementato monitoraggio tramite tamponi da parte di chi, altrimenti, non potrebbe accedere nei posti di lavoro, nell'ultima settimana c'è stato un ulteriore incremento del 40% nei valori giornalieri e questo fa capire che l'epidemia ha realmente ricominciato a diffondersi nella popolazione; per fortuna, gli effetti sul numero di ricoveri in terapia intensiva e di decessi appaiono trascurabili, almeno per ora. Per questo appare prematuro parlare di una vera "quarta ondata".
Questa nuova fase espansiva, del resto, era attesa dopo la riapertura delle scuole e con l’arrivo della stagione fredda, quando si passa più tempo in ambienti chiusi. Finora, grazie alle vaccinazioni, non si osserva la crescita prepotente di un anno fa ma va sottolineato che l'efficacia dei vaccini comincia a mostrare segni di cedimento, nel senso che il rapporto tra le incidenze di nuovi casi ogni 100 mila persone è passato da 8,5:1 di inizio settembre a 6:1 delle ultime settimane, nelle due popolazioni di non vaccinati rispetto ai vaccinati. Questo è probabilmente da attribuire a un declino dell'efficacia nel tempo, unito alla diffusione di nuove varianti più resistenti ai vaccini; una situazione che in Gran Bretagna sta già causando molti problemi e che, nelle tre proiezioni che qui presentiamo, si limita a causare un picco compreso tra 6100 e 8600 casi giornalieri intorno al 10-15 novembre, per poi andare verso una ipotetica decrescita esponenziale con decremento giornaliero compreso tra tra lo 0,85% e l' 1,1%.