L'immagine è stata ottenuta affiancando opportunamente tre scatti ripresi domenica scorsa dalla fotocamera installata sul braccio robotico (qui sotto vediamo uno degli originali). Tra una ripresa e la successiva, il rover è avanzato di pochi decimetri per mostrare parti diverse del battistrada, che appare come "disteso" per mostrarlo quasi completamente.
L'enorme squarcio indicato dalla freccia verde è ormai largo quanto metà del battistrada ed è il risultato dell'unione di due fori più piccoli, una volta saltata la nervatura trasversale che li separava e che costituiva un elemento di tenuta strutturale essenziale. La freccia rossa, poco sotto il centro dell'immagine, indica un'altra nervatura che si è spezzata e che potrebbe preludere all'apertura di un altro ampio squarcio accanto al precedente; a quel punto, i due varchi adiacenti potrebbero facilmente unirsi in uno molto più grande e la situazione potrebbe facilmente degenerare estendendosi anche nelle immediate vicinanze, data la presenza di buchi più piccoli e soprattutto fratture estese (frecce gialle). Nel momento in cui questo dovesse accadere, non è certo che Curiosity riuscirebbe a muoversi agevolmente sulla superficie, soprattutto nei tratti di terreno più critici (sabbiosi o in pendenza).
Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS
La speranza è che questo possibile precipitare degli eventi non avvenga subito e che, comunque, il rover sia in grado di raggiungere la sua meta "finale", ovvero la Gediz Valley ai piedi del Monte Sharp, un luogo sicuramente suggestivo e ricco di informazioni geologicamente interessanti, attualmente distante poco più di 1 km in linea d'aria. Ricordiamo che Curiosity ha ormai percorso 25 km in 8,5 anni, all'interno del cratere Gale; per seguirne il percorso e i futuri spostamenti, si faccia sempre riferimento al Mission Log aggiornato