Il test avverrà dopo i due voli di SN8 e SN9, che si sono conclusi con altrettanti fallimenti nella fase finale, che prevedeva un atterraggio morbido su una piattaforma, dopo la caduta controllata e la manovra "belly flop" di raddrizzamento. Nel primo caso, il malfunzionamento è stato attribuito alla scarsa pressione del serbatoio supplementare "header tank" che avrebbe dovuto rifornire di metano i motori, mentre nel secondo tentativo uno dei due motori impiegati non si è riacceso regolarmente; in entrambi i casi, comunque, la spinta non è stata sufficiente a rallentare il veicolo. SN10 dovrebbe raggiungere un'altezza di 10 km, come già fece SN9, ma stavolta in caso di malfunzionamento potrà essere utilizzato come riserva anche il terzo motore Raptor, prima escluso dalla fase finale perché posto in una posizione sfavorevole (momento meccanico inferiore agli altri due durante la manovra di raddrizzamento).
Si noti, nel disegno, la presenza di una porzione della fusoliera più scura perché ricoperta dal rivestimento termico con piastrelle esagonali refrattarie che, nei voli orbitali veri e propri, ricopriranno metà della superficie proteggendo lo scafo dal calore del rientro, un po' come avveniva per lo Shuttle...