La sua superficie adesso non si discosta da quella ideale per oltre 1,2 nanometri; questo significa che, se lo specchio avesse il diametro della Terra, non presenterebbe rilievi o avvallamenti superiori a 6 mm!
Lo specchio, con un diametro di 2,4 metri, era stato donato alla NASA dal "National Reconnaissance Office" che inizialmente intendeva usarlo in un satellite spia. Successivamente al processo di "politura" che lo ha reso ancora più levigato, il vetro è stato ricoperto da uno strato riflettente di 400nm, costituito da argento per ottimizzarne la riflettività nel rosso e nel vicino infrarosso, le lunghezze d'onda a cui lavorerà il telescopio; invece, lo specchio di Hubble era ricoperto di alluminio e fluoruro di magnesio mentre il James Webb usa uno strato d'oro per riflettere al meglio nell'infrarosso medio.
Ricordiamo che, pur avendo le stesse dimensioni dello specchio di Hubble, quello del Roman ha una massa 4 volte inferiore (solo 186 kg), una focale più corta e una geometria astigmatica, cosa che gli permetterà di abbracciare un'area di cielo 100 volte più grande. Questo gli consentirà di riprendere immagini ad altissima definizione (quasi 300 Mpixel) con la camera a largo campo, mentre l'estrema regolarità della superficie servirà per sfruttare al meglio il coronografo, il secondo strumento a bordo con il quale si spera, tra l'altro, di fotografare direttamente molti pianeti extrasolari. Il lancio del Roman è attualmente previsto per il 2025; il progetto negli anni passati ha subito un rallentamento e una riduzione di finanziamenti (rischiando di venire cancellato in almeno un paio di occasioni) per dare la priorità allo sviluppo e al lancio del James Webb, il quale ha subito a sua volta innumerevoli rinvii e dovrebbe partire tra un anno (speriamo!).
https://www.nasa.gov/feature/goddard/2020/primary-mirror-for-nasas-roman-space-telescope-completed
https://www.nasa.gov/content/goddard/nancy-grace-roman-space-telescope
https://spacenews.com/wfirst-passes-preliminary-design-review/