I modelli precedenti supponevano un accrescimento di questi corpi partendo da disomogeneità primordiali nella distribuzione del gas, dando luogo a stelle super-massicce (svariate centinaia di masse solari) subito giunte a fine vita e collassate. In questo modo, però, non si riusciva a giustificare la loro rapida crescita perché, mano a mano che il gas si arricchiva di elementi più pesanti rispetto all'idrogeno ed elio iniziali (grazie all'apporto chimico delle prime fucine stellari), le nubi manifestarono la tendenza a frammentarsi precocemente formando stelle più piccole.
Le nuove simulazioni condotte dalla Tohoku University (da cui è tratto questo fotogramma) indicano invece che l'accrescimento sarebbe avvenuto anche a danno di altre stelle primordiali, ingoiate da quei buchi neri precursori di quelli che, oggi, hanno masse comprese tra qualche milione di masse solari (è il caso della Via Lattea) a svariati miliardi (come M87). Un altro recente studio di Fabio Pacucci (Harvard’s Black Hole Initiative) ha mostrato invece che, nel primo miliardo di anni, il meccanismo di fusione tra buchi neri era importante solo per quelli di massa intermedia (migliaia di masse solari) mentre per quelli già supermassicci il meccanismo di accrezione era di gran lunga predominante; oggi è esattamente il contrario!
https://eurekalert.org/pub_releases/2020-06/nion-lsf060220.php
https://skyandtelescope.org/astronomy-news/black-holes/black-holes-grow-by-gas-not-mergers-most-of-their-lives/