Secondo lo studio, microbi semplici che si nutrono di idrogeno ed espellono metano potrebbero aver prosperato su Marte circa 3,7 miliardi di anni fa, all'incirca nello stesso periodo in cui la vita primitiva stava emergendo negli oceani della Terra.
Gli esperti si stanno affrettando a calcolare le emissioni di gas serra rilasciati a seguito delle "misteriose" perdite nei principali gasdotti che collegano la Russia all'Europa ma ancora non è chiaro quanto metano raggiungerà l'atmosfera.
Gli scienziati del Southwest Research Institute hanno combinato i dati della missione New Horizons della NASA con nuovi esperimenti di laboratorio e modelli esosferici per comprendere la composizione del polo rosso della luna di Plutone Caronte e come potrebbe essersi formato.
L'analisi degli isotopi nei campioni di sedimenti prelevati da Curiosisty in una mezza dozzina di luoghi su Marte, inclusa una scogliera esposta, fa discutere i ricercatori sulla possibile origine del carbonio marziano
Le emissioni di metano su Marte, che gli scienziati stanno ormai monitorando da anni, potrebbero avere importanti implicazioni per la geologia e l'astrobiologia. Sulla Terra, quasi tutto il metano presente nell'atmosfera è riconducibile ad attività biologiche: dalla flatulenza delle mucche al decadimento del materiale vegetale. Ma per quanto riguarda il Pianeta Rosso, l'argomento è controverso e molto dibattuto.
Qualcosa o qualcuno sta producendo metano nell'oceano sotterraneo di Encelado. Le simulazioni degli scienziati dell'Università dell'Arizona e della Paris Sciences & Lettres University sostengono anche l'ipotesi biologica.
Secondo la NASA la soluzione del mistero è vicina ma la delusione è dietro l'angolo perché il metano marziano è molto probabilmente di origine abiotica dato che anche i processi geologici che coinvolgono l'interazione di rocce, acqua e calore possono produrlo.
Da tempo gli scienziati sospettano che lo studio dell'atmosfera di Titano possa fornire indizi vitali sulle prime fasi dell'evoluzione della vita sulla Terra. Grazie ad una nuova ricerca guidata dal gigante della tecnologia IBM, ora siamo riusciti a ricreare le condizioni atmosferiche della luna di Saturno nei laboratori terrestri.
Uno dei principali problemi dei primi uomini che andranno su Marte, sarà tornare sulla Terra. Portarsi dietro anche il carburante necessario per il viaggio di ritorno sarebbe troppo complicato e costoso perciò gli scienziati stanno studiando alcune soluzioni per produrre in situ metano ed ossigeno, gli elementi chiave nei sistemi di propulsione.
Nel 2015 la sonda della NASA New Horizons ha svelato scenari incredibili sul pianeta nano Plutone. Le cime imbiancate, sorprendentemente simili alle montagne terrestri, non erano mai state osservate altrove nel Sistema Solare. Eppure, fin da subito, gli scienziati sapevano che non poteva trattarsi di candida neve fresca. Ora, un nuovo studio dimostra che queste calotte ghiacciate si formano con un processo completamente diverso da quello che conosciamo sulla Terra.