Scritto: Domenica, 23 Ottobre 2022 06:58 Ultima modifica: Domenica, 23 Ottobre 2022 07:54

Il buco nello strato di ozono è cresciuto ma gli scienziati non sono preoccupati


Il buco dell'ozono che si forma ogni anno sull'Antartide è cresciuto per il terzo anno consecutivo: è il più grande dal 2015 ma nel complesso è ancora in diminuzione, dicono gli scienziati.

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Strato dell'ozono in falsi colori sul polo antartico a ottobre 2022
Strato dell'ozono in falsi colori sul polo antartico a ottobre 2022
Crediti: NASA

Con quasi 26,4 milioni di chilometri quadrati, il buco dell'ozono quest'anno è aumentato ancora ma, nonostante tutto, gli scienziati affermano che "la tendenza generale è il miglioramento. Quest'anno è un po' peggio perché quest'anno è stato un po' più freddo", ha detto Paul Newman, scienziato capo del Goddard Space Flight Center della NASA.

 

La storia (in breve)

Il buco dell'ozono è stato osservato per la prima volta all'inizio degli anni '80 del secolo scorso e ha raggiunto la sua massima estensione nel 2006. Il buco dell'ozono di quest'anno, che ha raggiunto il picco il 5 ottobre, è stato il più grande registrato dal 2015.

L'ozono è composto da tre atomi di ossigeno e costituisce solo una piccola percentuale dei gas che compongono la nostra atmosfera ma ha un enorme impatto per il nostro pianeta e i suoi abitanti. Lo strato assorbe la radiazione ultravioletta (UV) più dannosa del Sole, proteggendo la vita.

L'ozono si forma nella stratosfera, da 14,5 a 29 chilometri sopra la superficie terrestre quando la radiazione UV divide le normali molecole di ossigeno, che sono composte da due atomi di ossigeno (O2); i due atomi di ossigeno fluttuanti quindi si legano ciascuno con una molecola di ossigeno, formando una molecola composta da tre atomi di ossigeno. Sebbene l'ozono venga creato e distrutto naturalmente nella stratosfera, l'inquinamento causato dall'uomo distrugge l'ozono più velocemente di quanto possa formarsi. In particolare, le tecnologie che utilizzano cloro o bromo, come la refrigerazione e il condizionamento dell'aria, distruggono l'ozono a tassi allarmanti. Nella stratosfera, le molecole di cloro reagiscono con l'ozono per creare una molecola di monossido di cloro (composta da un atomo di cloro e un atomo di ossigeno) e una molecola di O2. Il monossido di cloro poi si scompone, liberando l'atomo di cloro per reagire con altro ozono. Secondo le stime, un atomo di cloro può distruggere 100.000 molecole di ozono. I clorofluorocarburi, ad esempio, utilizzati nella refrigerazione e nel condizionamento dell'aria, rimangono nell'atmosfera per molto tempo, alcuni per più di sei mesi, il che significa che queste e altre sostanze chimiche possono aggredire lo strato di ozono per molto tempo una volta rilasciate.

Una stratosfera fredda è esattamente ciò di cui le sostanze chimiche come il cloro hanno bisogno per abbattere l'ozono. Durante l'inverno dell'Antartide, la stratosfera diventa abbastanza fredda da consentire la formazione di nuvole. I cristalli di ghiaccio che le compongono forniscono una superficie su cui il cloro può reagire con l'ozono. Con l'avvicinarsi della primavera a settembre, i raggi UV del Sole danno il via a queste reazioni. Una volta che l'estate è in pieno svolgimento, la stratosfera si riscalda abbastanza da far evaporare le nuvole, rimuovendo la superficie su cui avvengono le reazioni chimiche che distruggono l'ozono.

Accordi globali come il Protocollo di Montreal, che regola la produzione e il consumo di sostanze dannose per l'ozono, hanno contribuito a ridurre il fenomeno.
All'inizio di quest'anno la National Oceanic and Atmospheric Administration ha riferito che le sostanze dannose per l'ozono nell'atmosfera sono diminuite del 50% dal 1980. Il rapporto ha anche osservato che se questa tendenza al ribasso continuasse, lo strato di ozono potrebbe essere completamente riparato entro il 2070.

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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