Ora, un nuovo studio suggerisce che il supervulcano, situato nell'attuale Indonesia, abbia causato un catastrofico calo dei livelli di ozono atmosferico intorno ai tropici, innescnado un collo di bottiglia nella popolazione umana circa 60-100.000 anni fa

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications Earth & Environment, esplora il modo in cui il gas rilasciato dall'eruzione del Toba è filtrato in tutto il pianeta: in particolare, reando buchi nell'ozono protettivo sui tropici della Terra.

 

La teoria

Una teoria di vecchia data ritiene che l'eruzione del Toba e il conseguente inverno vulcanico abbiano reso la vita dura per l'umanità ed abbiano creato un collo di bottiglia nella nostra specie, rallentando la crescita della popolazione e forse bloccando le migrazioni umane dall'Africa. Lavori più recenti hanno dimostrato che alcuni umani hanno continuato a vivere come al solito in Sud Africa all'indomani dell'eruzione e strumenti di pietra di quel periodo sono stati trovati in Africa e in India come testimonianza. Ovviamente, la specie umana è sopravvissuta a questo cataclisma ma se il numero è stato significativamente ridotto rimane una questione aperta. Ora, il nuovo studio sostiene che gli impatti dell'eruzione del supervulcano potrebbero essere misurati nella radiazione ultravioletta a cui sono stati esposti i terrestri quando si è creato un buco nell'ozono, piuttosto che negli effetti del raffreddamento di un "inverno vulcanico" a lungo suggerito.

"Toba è stata a lungo considerata la causa del collo di bottiglia, ma le indagini iniziali sulle variabili climatiche della temperatura e delle precipitazioni non hanno fornito prove concrete di un effetto devastante sull'umanità", ha detto Sergey Osipov del Max Planck Institute for Chemistry, che ha lavorato al progetto con Georgiy Stenchikov di KAUST ed i colleghi della King Saud University, della NASA e del Max Planck Institute for Chemistry. "Ai tropici, la radiazione ultravioletta (UV) vicina alla superficie è il fattore evolutivo trainante", ha aggiunto Stenchikov.

 

Gli effetti delle eruzioni vulcaniche

Le eruzioni vulcaniche hanno implicazioni molto più ampie rispetto alle affasciananti e temute colate laviche e ai flussi piroclastici surriscaldati. I pennacchi di fumo possono salire per decine di migliaia di chilometri nell'atmosfera e cenere e gas possono essere trasportati dai venti in tutto il mondo.

La nostra atmosfera è stata offuscata molte volte da detriti vulcanici. Quest'anno, ad esempio, è iniziato con svariati eventi più o meno rilevanti. Ma ogni grande eruzione di cui si ha memoria storica sembra il nulla rispetto a quello che riuscì a fare Toba 74.000 anni fa, che rilasciò istantaneamente 2.000 miliardi di tonnellate di anidride solforosa. "Per generare ozono dall'ossigeno nell'atmosfera, sono necessari fotoni per rompere il legame O2. Quando un vulcano rilascia grandi quantità di anidride solforosa (SO2), il pennacchio vulcanico risultante assorbe le radiazioni UV ma blocca la luce solare. Questo limita la formazione di ozono, creando un buco dell'ozono e aumentando le possibilità di stress UV", ha spiegato Osipov.

 

Lo studio

Il team ha esaminato i livelli di radiazione UV dopo l'eruzione di Toba utilizzando il modello climatico ModelE sviluppato dalla NASA GISS (Goddard Institute for Space Studies). Ed ha analizzato le conseguenze di eruzioni di diverse dimensioni, scoprendo che la nuvola di SO2 rilasciata da Toba ha impoverito i livelli globali di ozono fino al 50 percento. Questo avrebbe reso la vita "simile alle conseguenze di una guerra nucleare", secondo gli autori. Hanno calcolato che l'indice UV giornaliero massimo sarebbe aumentato di quasi il 150%, causando il crollo dei raccolti e scottature solari agli occhi e alla pelle anche per brevi esposizioni. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che gli effetti sull'ozono sono significativi anche in scenari di eruzione relativamente piccole.