Un nuovo studio basato su uno dei più comuni composti antigelo, il metanolo, apre nuove possibilità per la vita sui mondi ghiacciati del nostro Sistema Solare.
Il metanolo, noto anche come alcol metilico, è il più semplice degli alcoli, incolore, infiammabile e tossico.
Utilizzato nell'industria come antigelo, dovrebbe ovviamente aiutare a prevenire il congelamento ma gli scienziati ritengono che possa essere presente sulla grande luna di Saturno, Titano, intrappolato in gabbie simili al ghiaccio.
Da molti anni gli scienziati studiano i meteoriti marziani arrivati sulla Terra ma queste rocce spaziali, anche se classificate come provenienti dal Pianeta Rosso, presentano molte differenze con le rocce studiate sulla superficie dai rover.
Il nichel, che caratterizza la maggior parte delle rocce presenti sul pianeta, è invece contenuto in quantità decisamente minori nei meteoriti provenienti da Marte.
I dati della sonda dell'ESA Venus Express hanno rilevato che i venti che governano la movimentata atmosfera di Venere, sono costantemente aumentati durante gli ultimi 6 anni di osservazioni.
Tracciando i movimenti delle nubi a circa 70 chilometri sopra la superficie del pianeta, nel corso di un periodo di 10 anni venusiani (6 anni terrestri), gli scienziati sono stati in grado di monitorare i modelli a lungo termine della velocità del vento a livello globale.
La cometa (C/2012 S1) ISON, già definita la "Cometa del Secolo" sembra essersi bloccata a magnitudine +16 (10.000 volte più debole di una luminosità percepibile ad occhio nudo) mentre attraversa la cintura di asteroidi tra Marte e Giove ma secondo le ultime stime, potrebbe ancora diventare uno spettacolo per fine anno.
Quindi, cosa ci possiamo aspettare da questa cometa? Averla definita con molto anticipo "Cometa del Secolo" rischia di diventare fonte di imbarazzo?
Un gruppo di ricercatori dell'Università delle Hawaii, del Manoa NASA Astrobiology Institute (UHNAI), ha identificato alte concentrazioni di boro in un meteorite marziano: la scoperta implica che su Marte poteva esistere la chimica necessaria per la formazione di ribosio, un componente chiave del RNA (acido ribonucleico).
Un team di ricercatori, grazie alle immagini del telescopio spaziale Hubble della NASA, potrebbe aver scoperto un pianeta extrasolare in formazione molto piccolo e molto distante dalla sua stella madre, la nana rossa TW Hydrae. Un pianeta che non dovrebbe esistere secondo gli attuali modelli.
La scoperta aggiunge, così, nuove importanti informazioni sulla grande varietà di sistemi planetari presenti nella nostra Galassia, mettendo in discussione le nostre conoscenze.
Non c'è che dire, se le eclissi sulla Terra sono da sempre uno spettacolo della natura a cui l'uomo assiste rapito fin dai tempi dei tempi, le sonde della NASA Solar Dynamics Observatory (SDO) e Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) hanno sicuramente un punto di vista privilegiato.
Ad esempio, due o tre volte l'anno accade che la Luna passa tra il Sole e la sonda SDO, bloccando la vista ma permettendo riprese mozzafiato.
Anche se gli scienziati hanno ascoltato l'Universo per anni alla ricerca di altre forme di vita, ben poco è stato fatto per inviare nostri segnali mirati nel cosmo.
Chiamati METI (Messaging to Extraterrestrial Intelligence) o Active SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), in realtà finora, sono stati solo brevi lampi di informazioni.
Il dr. Jacob Haqq-Misra è il leader di un team di scienziati ed imprenditori che sta per lanciare una nuova iniziativa "Lone Signal" (letteralmente Segnale Solitario) che invierà il primo treno continuo di messaggi nello spazio, a partire da questo mese.
Un asteroide delle dimensioni di un camion, appena scoperto (giovedì 6 giugno) domani passerà abbastanza vicino al nostro pianeta, alle 4:43 UTC (6:43 ora italiana).
La roccia spaziale sembra essere grande più o meno come la meteora russa, esplosa il 15 febbraio scorso nei cieli della provincia di Chelyabinsk, negli Urali.
Gli astronomi, usando il telescopio spaziale Hubble della NASA per osservare la luce emessa dal vicino sistema doppio T Pyxidis, una nova ricorrente, durante il suo ultimo sfogo ad aprile 2011, sono riusciti a sfruttare un lampo di luce proveniente dall'esplosione stellare per osservare il materiale eruttato dalla stella tridimensinalmente.
Gli astronomi della NASA e della Pennsylvania State University hanno usato satellite della NASA Swift per creare un mosaico in ultravioletto ad alta definizione della Grande e Piccola Nube di Magellano, le due principali galassie più vicine, considerate satelliti della Via Lattea.
Nel mese di ottobre 2014 e di febbraio 2016 si verificherà un raro allineamento stellare quando Proxima Centauri, la stella più vicina al nostro Sole, passerà davanti ad altre due stelle.
L'evento offrirà un'opportunità senza precedenti per i cacciatori di pianeti.
Un'equipe di astronomi ha fotografato con il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO un oggetto debole in movimento vicino a una stella brillante. Con una massa stimata di circa quattro o cinque volte quella di Giove, sarebbe il pianeta più leggero osservato direttamente al di fuori del Sistema Solare. La scoperta è un contributo importante alla nostra comprensione della formazione ed evoluzione dei sistemi planetari.
Quando avevamo annunciato il suo transito, qualche giorno fa, l'asteroide 1998 QE2 si presentava come un'ottima opportunità di osservazione astronomica e di studio, tuttavia, la sorpresa doveva ancora arrivare.
Grazie ad una sequenza di immagini radar ottenute, nell'arco di due ore, con la Deep Space Network antenna (70 metri) di Goldstone (California), il 29 maggio scorso, gli scienziati hanno scoperto che 1998 QE2 è in realtà un sistema binario.
Nonostante la missione Gravity Recovery and Interior Laboratory (GRAIL) si sia conclusa il 17 dicembre 2012, i dati ricevuti dalle due sonde Ebb e Flow forniscono ancora spunti per nuove scoperte.
Le due sonde gemelle hanno rilevato la presenza di enormi regioni invisibili responsabili dell'irregolarità della gravità lunare: grazie a questi nuovi risultati, i prossimi veicoli spaziali potranno navigare in modo più preciso.
Una nuova serie di immagini riprese dall'Osservatorio Gemini mostrano la cometa C/2012 S1 (ISON) in avvicinamento, verso il suo pericoloso appuntamento con il Sole.
A fine novembre e nei primi di dicembre di quest'anno, ISON potrebbe offrire uno spettacolo mozzafiato nei nostri cieli, rimanendo brillante e facilmente visibile ad occhio nudo.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.