Gli astronomi hanno scoperto un pianeta roccioso senza atmosfera.
Con il passare dei secoli, la Luna si è allontanata lentamente dalla Terra e la lunghezza del giorno terrestre è aumentata gradualmente.
Le prove indicano che la mappa è stata realizzata da Ipparco, il "padre dell'astronomia scientifica".
Ogni sei mesi, il veicolo spaziale Near-Earth Object Wide Field Infrared Survey Explorer (NEOWISE) compie metà viaggio attorno al Sole, scattando immagini in tutte le direzioni. Con queste foto, gli scienziati hanno ricreato un filmato che abbraccia un intero decennio.
Ha 12 volte la massa del Sole e si trova a 1.550 anni luce dal nostro Sistema Solare e ciò lo rende uno dei buchi neri più vicini conosciuti.
Domenica mattina si è verificato il secondo passaggio più ravvicinato alla Terra, da parte di un oggetto apparentemente grande e avvistato tardivamente. Ma c'è il forte sospetto di un legame con Lucy, la sonda che nelle stesse ore effettuava il suo "gravity assist" con il nostro pianeta... AGGIORNAMENTO
Recentemente, molti studi si sono concentrati su questa roccia spaziale potenzialmente pericolosa, in preparazione della missione DESTINY+ della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), prevista per il 2024.
I ricercatori dell'Università di Cardiff hanno identificato un peculiare movimento di torsione nelle orbite di due buchi neri in collisione, un fenomeno esotico previsto dalla teoria della gravità di Einstein.
Secondo un nuovo studio della NASA, i laghi poco profondi nella crosta ghiacciata di Europa potrebbero eruttare e questi pennacchi saranno facilmente individuati dalla prossima missione Europa Clipper.
I dati provenienti da un veicolo spaziale in orbita attorno alla Terra hanno rivelato strutture increspate nel cosiddetto termination shock e nell'eliopausa.
Secondo lo studio, microbi semplici che si nutrono di idrogeno ed espellono metano potrebbero aver prosperato su Marte circa 3,7 miliardi di anni fa, all'incirca nello stesso periodo in cui la vita primitiva stava emergendo negli oceani della Terra.
Le primissime stelle potrebbero essere apparse quando l'Universo aveva solo 100 milioni di anni, o meno dell'1% della sua età attuale. Da allora, la rapida espansione dello spazio ha portato la loro luce nell'oblio.
Una nuova simulazione al computer, altamente dettagliata creata dall'Institute for Computational Cosmology della Durham University, propone un'origine alternativa per il nostro satellite.
Era larga 130.000 chilometri e raggiungeva i 700 gradi centigradi, viaggiando a velocità fino a 2.400 metri al secondo dal polo nord di Giove.
I dati rilevati dalla sonda solare europea Solar Orbiter durante i gravity assist attorno a Venere, stanno aiutando gli scienziati a scoprire come il vento solare interagisce con l'atmosfera del pianeta.
Il "punto caldo" attorno a Sagittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea, è stato rilevato con il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array).
Il telescopio spaziale James Webb della NASA ha ripreso le sue prime immagini di Nettuno e, non solo è riuscito a catturare la vista più nitida negli ultimi 30 anni dei deboli anelli del pianeta ma le sue telecamere a infrarossi mostrano il gigante di ghiaccio sotto una luce completamente nuova.
Nuove simulazioni indicano che i poli della Luna si sono spostati di circa 300 chilometri nel corso di miliardi di anni.