Secondo una nuova ricerca della Washington University di St. Louis, Marte sarebbe troppo piccolo per trattenere grandi quantità di acqua e sostanze volatili fondamentali per la vita.
Tramite lo strumento MUSE del Very Large Telescope dell'ESO, un gruppo di ricerca internazionale, dal CNRS francese e dall'Université Claude Bernard Lyon 1, ha mappato per la prima volta il vento galattico, tramite il quale le galassie possono ricevere e scambiare materia con l'ambiente esterno circostante.
Uno studio presentato da Tristan Guillot all'Europlanet Science Congress (EPSC) 2021 mostra che alcune anomalie atmosferiche rilevate su Nettuno e Urano potrebbero essere legate alle cosiddette mushballs, ovvero chicchi di grandine giganteschi fatti di una miscela di ammoniaca e acqua.
Gli scienziati hanno trovato le prove che in Arabia Terra, una regione settentrionale di Marte, si sono verificate migliaia di super eruzioni.
Poche le novità sulla cometa proveniente dalla nube di Oort esterna, ma ora sappiamo che è solo il membro più esotico di una messe di nuovi oggetti trans-nettuniani appena scoperti!
Frammenti di roccia submicroscopici pervadono tutto il Sistema Solare. Quando queste particelle incontrano l'atmosfera terrestre, creano le spettacolari scie fiammeggianti note come le stelle cadenti. Ma se dovessero scontrarsi con gli astronauti, costituirebbero un pericolo perché potrebbero forare le tute spaziali, o peggio. Comprendere le fonti e i modelli di questa polvere interplanetaria è quindi molto importante per la NASA che sta pianificando missioni umane sulla Luna e su Marte.
Ieri mattina questo piccolo oggetto ci ha sfiorati, passando a soli 15340 km dalla superficie terrestre; alcuni indizi fanno pensare ad una possibile natura artificiale. Aggiornamento
Secondo una nuova teoria, l'asteroide Vesta potrebbe essersi aperto come un uovo nel corso della sua storia. La sonda Dawn della NASA, lanciata nel settembre 2007, lo ha studiato insieme a Cerere, i due oggetti più grandi della Fascia degli Asteroidi.
Quando una stella di una certa massa cessa la fusione nucleare, muore e diventa una nana bianca. La sua vita rimane appesa ad un filo di calore residuo. Alla fine si raffredda diventando una nana nera. Ma forse, la storia potrebbe non essere proprio così.
Si chiama ASKAP J173608.2-321635 ed è una sorgente di segnali radio appena scoperta. Gli astronomi non sono stati ancora in grado di capire quale tipo di oggetto cosmico si adatta meglio alle sue strane proprietà.
Gli astronomi hanno scoperto i detriti di una colossale esplosione cosmica in una galassia lontana centinaia di milioni di anni luce che raccontano la storia di incredibili eventi cosmici.
Finora si pensava che tutte le stelle al di sopra di una decina di masse solari finissero per diventare supernove ma un nuovo studio suggerisce che potrebbe non essere sempre così.
Secondo un nuovo studio, i crateri a fossa e i lucernari delle caverne sarebbero efficacemente schermati dagli ultravioletti e dalle radiazioni che, invece, investono la superficie marziana.
Un nuovo studio, concentrato sull'oggetto WISEA J153429.75-104303.3, soprannominato "The Accident” suggerisce che nella nostra galassia potrebbero esserci molte più nane brune in agguato di quanto calcolato in precedenza.
Negli ultimi anni, l'idea che esista un altro pianeta ai confini del Sistema Solare è diventata sempre più radicata tra gli astronomi. Chiamato Nono Pianeta, la sua esistenza è comunemente dedotta dal comportamento di un gruppo di corpi ghiacciati che orbitano molto distanti dal Sole.
Dopo aver effettuato nuove osservazioni radio, gli astronomi hanno dovuto escludere quella che pareva essere la spiegazioni principale per un segnale spaziale ciclico particolarmente curioso.
I ricercatori hanno ricreato le condizioni dell'atmosfera di Titano in laboratorio, svelando alcune proprietà fondamentali di due molecole organiche che si ritiene esistano come minerali sulla luna di Saturno.
Gli astronomi hanno identificato una nuova classe di esopianeti fatta di mondi sono molto diversi dal nostro ma che potrebbero supportare la vita. La scoperta potrebbe accelerare notevolmente la ricerca di vita al di fuori del nostro Sistema Solare.