Lunedì, 22 Giugno 2015 05:29

Alle origini dei quasar

Utilizzando le capacità di vedere nell'infrarosso del telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno svelato alcuni dettagli sull'origine dei quasar, gli oggetti più luminosi dell'Universo. La loro nascita risulta legata agli scontri galattici che hanno coinvolto enormi quantità di combustibile e massicci buchi neri centrali.

Grazie ai dati dalla sonda dell'ESA Venus Express, "Venere potrà essere ufficialmente incluso nel piccolo club di corpi vulcanicamente attivi del Sistema Solare", ha dichiarato Håkan Svedhem, project scientist della missione

In base ad un nuovo studio condotto dall'Università del Colorado, apparso sulla rivista Nature, la Luna sarebbe permanentemente avvolta da una nube sbilenca di polveri, la cui densità aumenterebbe in occasione degli sciami meteorici annuali come le Geminidi.

Grazie al VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, un gruppo di astronomi, guidati da David Sobral, dell'Institute of Astrophysics and Space Sciences, della Faculty of Sciences dell'Università di Lisbona in Portogallo e del Leiden Observatory nei Paesi Bassi, ha scoperto la galassia più brillante del primo Universo. Al suo interno sono state identificate stelle di prima generazione, ossia gli oggetti massicci e brillanti che hanno prodotto i primi elementi pesanti della storia, finora solo previsti dalle teorie.

Mercoledì, 17 Giugno 2015 05:26

Metano su Marte? Nei meteoriti c'è!

Se, da una parte, i picchi atmosferici di metano su Marte suscitano ancora perplessità, un team internazionale di scienziati è riuscito ad individuare tracce del gas all'interno dei meteoriti provenienti dal Pianeta Rosso.

Saturno è veramente il "Signore degli Anelli".
Nonostante il suo sistema fosse ormai ben noto, soprattutto grazie alla sonda della NASA Cassini che è in orbita dal 2004, nel 2009 fu individuato un altro grande anello fino a quel momento sconosciuto, molto più grande degli altri ma più debole, composto di particelle scure di polvere provenienti probabilmente dalla luna Phoebe (Febe). Ora, la nuova ricerca indica che il "Phoebe ring" è ancora più grande di quanto si pensasse.

Il telescopio spaziale Hubble è riuscito ad osservare la stratosfera di un massiccio e caldo pianeta extrasolare, WASP-33b. La scoperta potrà fornire indizi sulla sua composizione e formazione.

Non galleggeranno come palloncini e non provocheranno l'"effetto paperino" ma i nettuniani caldi con un atmosfera all'elio potrebbero essere una nuova classe esotica di pianeti extrasolari nella nostra galassia. Lo suggeriscono i dati del telescopio spaziale Spitzer della NASA.

Le grandi tempeste geomagnetiche in arrivo dal Sole potrebbero, d'ora in avanti, essere previste con oltre 24 ore di anticipo. In questo modo si avrebbe il tempo necessario per fronteggiare le temute espulsioni di massa coronale (CME) che potrebbero danneggiare la nostra tecnologia, in particolare i satelliti in orbita, perturbare le trasmissioni radio e provocare blackout.

Dalle Ande cilene arriva un'altra incredibile immagine dell'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) che è riuscito ad osservare un anello di Einstein con un dettaglio senza precedenti.

L'utilizzo creativo di un radiotelescopio, ha permesso ad un gruppo di astronomi di confermare la presenza di strutture tubulari di plasma negli strati interni della magnetosfera e costruire una simulazione in 3D.

Molti studi ed esperimenti hanno ormai dimostrato che alcune forme di vita sarebbero in grado di adattarsi e vivere in condizioni estreme, come quelle che potrebbero esistere su altri mondi. Ora, una nuova ricerca dell'Università dell'Arkansas suggerisce che i metanogeni, uno tra gli organismi terrestri più semplici ed antichi, potrebbero sopravvivere su Marte.

Se fossimo esploratori in grado di viaggiare tra le stelle, il lavoro sarebbe più facile ma provate a creare la planimetria di una casa rimanendo fermi in una stanza! Si potrebbero cercare indizi sbirciando con lo sguardo attraverso porte e finestre ma alla fine le pareti e la mancanza di visibilità, limiterebbero molto il quadro generale. Bene, la mappatura della Via Lattea dal pianeta Terra, situato a circa due terzi dal centro galattico, è altrettanto difficile.

I vortici chiari sparsi in alcune regioni sulla superficie della Luna potrebbero essere stati creati dagli impatti cometari negli ultimi 100 milioni di anni.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature rivela affascinanti dettagli sui modelli orbitali e rotazionali di Plutone e delle sue cinque lune conosciute.

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Ultimo aggiornamento: 5 giugno

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