Sarebbero apparse entro 180 milioni di anni dopo il Big Bang ma non sono state osservate direttamente: il loro effetto sull'idrogeno interstellare ha lasciato una firma che un gruppo di radioastronomi australiani è riuscito a rivelare per primo, peraltro con uno strumento relativamente piccolo ed economico! Le implicazioni della scoperta riguardano anche la natura della materia oscura.
EGS8p7 potrebbe essere una delle galassie più lontane conosciute finora, a 13,2 miliardi di anni luce di distanza, risalente ad un epoca in cui l'Universo aveva appena 600 milioni di anni. E' stata scoperta da un team di ricercatori della Caltech che da tempo si dedica alla ricerca e all'osservazione degli oggetti astronomici più antichi.
L'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) ha permesso di rivelare le più distanti nubi di gas con formazione stellare mai viste in una galassia nell'Universo primordiale. Queste osservazioni, in cui le galassie sono più di una semplice macchia, permettono di comprendere come si sono formate le prime galassie e come sia stata rimossa la nebbia cosmica durante l'epoca della re-ionizzazione.
Un team internazionale di astronomi, guidato dall'Università di Yale e dall'Università di California-Santa Cruz, è riuscito ad esplorare una galassia lontana relativa ad un epoca in cui l'Universo aveva solo il 5% della sua età attuale.
Un team internazionale di astronomi dell'Università di Pechino e dell'Università dell'Arizona ha individuato SDSS J0100 + 2802, il nuovo quasar conosciuto più brillante dell'Universo primordiale, alimentato da un mostruoso buco nero.
La scoperta rappresenta un importante passo in avanti per comprendere l'evoluzione di questi nuclei galattici attivi appena 900 milioni di anni dopo il Big Bang.