GN-z11 è il nome della galassia più antica e lontana osservata finora. Si trova a circa 13,4 miliardi di anni luce da noi.
Grazie alla ventennale rassegna "eBOSS/SDSS", è stata ottenuta la mappa più ampia e profonda, con la distribuzione di 4 milioni di galassie. E ci sono importanti conseguenze per la cosmologia...
Dove si propone l'introduzione di un nuovo parametro cosmologico che sostituisca l'obsoleto fattore di Hubble "h"
E' un titolo apparentemente antistorico ma si riferisce in realtà al sistema di posizionamento satellitare europeo che ha verificato le previsioni della relativià generale con una precisione inedita.
Il team di Adam Riess ha già utilizzato il nuovo catalogo Gaia per ricalcolare H0 dalla distanza delle cefeidi, confermando il divario con le misure ricavate dalla radiazione fossile.
Alcuni fotogrammi tratti da uno spettacolare video prodotto dal National Observatory giapponese mostrano graficamente i risultati del FastSound Project; utilizzando il telescopio Subaru, ci si è spinti ad indagare sulla distribuzione e il tasso di formazione stellare di galassie lontane ben 13 miliardi di anni, dunque primordiali. I risultati sembrerebbero confermare il modello di espansione dell'universo con la costante cosmologica prevista da Einstein.
L'U.S. Department of Energy ha dato il via al progetto DESI, il Dark Energy Spectroscopic Instrument che migliorerà la nostra comprensione del ruolo dell'energia oscura nella storia dell'espansione dell'Universo.
Un gruppo di astronomi ungheresi ed americani ha scoperto una struttura, nell'Universo osservabile, così grande che ci vorrebbero 35.000 galassie come la nostra per coprire la stessa distanza.
Cos'è davvero il celebre "red shift" delle galassie e come si collega a distanza e tempo di emissione?
L'energia oscura (dark energy), la misteriosa sostanza che causerebbe l'espansione dell'Universo, esiste davvero. Queste le affermazioni di un team di astronomi dell'Università di Portsmouth e dell'LMU University di Monaco di Baviera.
Dopo due anni di studi condotti da Tommaso Giannantonio e Robert Crittenden, gli scienziati hanno cocluso che la probabilità della sua esistenza si attesta intorno al 99.996 %.
I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista Royal Astronomical Society (arxiv.org/abs/1209.2125).
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.