Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature, un grande asteroide dalle dimensioni di un protopianeta colpì la Luna 3,8 miliardi di anni fa, formando il mare Imbrium. L'urto sarebbe stato molto più imponente di quanto ritenuto fino ad oggi.
Programmare complicate missioni con o senza equipaggio per riportare a Terra campioni di roccia da analizzare potrebbe non essere una buona idea. Aaron Cavosie, professore di geoscienze e membro del Astrobiology Institute della NASA all'University of Wisconsin-Madison, ha dimostrato che gli zirconi, cristalli noti per la loro longevità, utilizzati per datare i primi cataclismi del Sistema Solare, perdono alcune importati informazioni una volta che vengono separati dalla roccia ospitante.
Gli scienziati hanno osservato da tempo che i crateri si formano, ancora oggi, con un certo ritmo su entrambi i lati della Luna ma nuovi risultati, basati sui dati rilevati dalle sonde Gravity Recovery and Interior Laboratory (GRAIL) della NASA, suggeriscono che gli antichi impatti sul lato visibile del nostro satellite hanno prodotto bacini più grandi.
La causa di questa asimmetrica distribuzione va cercata tra le peculiarità che hanno caratterizzato i due emisferi alle origini.