Nuovi studi mostrano che la prova originale di un'accelerazione cosmologica, basata sulle supernove, potrebbe essere un abbaglio...
Dove si propone l'introduzione di un nuovo parametro cosmologico che sostituisca l'obsoleto fattore di Hubble "h"
Grazie al telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno misurato la distanza delle stelle in diciannove galassie vicine e lontane, scoprendo che l'Universo si sta espandendo tra il cinque ed il nove per cento più velocemente di quanto precedentemente calcolato. Una discrepanza significativa rispetto al tasso previsto per il periodo dell'Universo neonato.
Le supernovae di tipo Ia sono uno dei fenomeni più brillanti nell'Universo: vengono prodotte quando piccole stelle dense, chiamate nane bianche, esplodono con feroce intensità. Negli ultimi decenni ne sono state osservate migliaia ma il meccanismo ancora non del tutto compreso.
Una squadra dell'Università dell'Arizona, guidata dall'astronomo Peter A. Milne, ha scoperto che le supernovae, comunemente utilizzate per misurare le distanze nell'Universo, sono più diversificate di quanto di pensasse. I risultati hanno notevoli implicazioni sul calcolo dell'espansione dell'Universo a partire dal Big Bang.
Un team internazionale di scienziati, utilizzando l'osservatorio Fermi della NASA ha misurato per la prima volta le emissioni di raggi gamma di una lente gravitazionale, una sorta di telescopio naturale che si forma grazie ad un particolare allineamento cosmico.
Questo risultato apre la strada a nuove ricerche, tra cui la possibilità di sondare le regioni di emissione nei pressi di buchi neri supermassicci.
L'energia oscura (dark energy), la misteriosa sostanza che causerebbe l'espansione dell'Universo, esiste davvero. Queste le affermazioni di un team di astronomi dell'Università di Portsmouth e dell'LMU University di Monaco di Baviera.
Dopo due anni di studi condotti da Tommaso Giannantonio e Robert Crittenden, gli scienziati hanno cocluso che la probabilità della sua esistenza si attesta intorno al 99.996 %.
I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista Royal Astronomical Society (arxiv.org/abs/1209.2125).
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.