Venere, chiamato "gemello della Terra” perché ha condiviso con il nostro pianeta la composizione iniziale e grandi quantità d’acqua, per massa e dimensioni simili, è in realtà uno dei pianeti più inospitali del Sistema Solare: abbastanza caldo da sciogliere il metallo e coperto da un'atmosfera tossica e opprimente. Ma gli astronomi hanno rilevato due gas nella coltre nuvolosa che potrebbero indicare la presenza di forme di vita.
I risultati, basati sulle recenti osservazioni con un nuovo ricevitore installato sul telescopio James Clerk Maxwell alle Hawaii, sono stati presentati in una riunione della Royal Astronomical Society a Hull, in Inghilterra.
Questo lavoro, rispetto ai precedenti, sarebbe basato su una base dati più solida.
"Abbiamo avuto tre campagne di osservazione e in una sola sessione, abbiamo ottenuto 140 volte più dati rispetto al rilevamento originale", ha detto Dave Clements, astrofisico all'Imperial College di Londra.. "E quello che abbiamo visto finora indica, ancora una volta, rilevazioni di fosfina". E non solo.
Biofirme controverse: la fosfina
Il team ha riferito sulla rilevazione di due importanti biofirme: l'ammoniaca e (di nuovo) la fosfina. Entrambe sulla Terra sono prodotte principalmente dall'attività biologica e dall'attività antropica e, su Venere, possono essere difficilmente spiegate da fenomeni atmosferici o geologici, dicono i ricercatori.
La fosfina, composta da un atomo di fosforo e tre di idrogeno (PH3), è un gas altamente tossico e infiammabile, con un odore caratteristico di aglio o pesce in decomposizione. È presente nelle atmosfere dei giganti gassosi del nostro Sistema Solare, Giove e Saturno e, anche nell’atmosfera terrestre in piccole quantità (dove raggiunge livelli di parti per quadrilione o trilione). Nei primi, è prodotta ad altissime pressioni e temperature nelle viscere del pianeta e, successivamente, viene trasportata negli strati atmosferici superiori. Sulla Terra, invece, è associata in modo univoco all’attività antropica o alla presenza microbica, prodotta dalla materia organica o batteri in decomposizione.
Il suo discusso rilevamento su Venere venne annunciato per la prima volta nel 2020 dalla dottoressa Jane Greaves dell'Università di Cardiff. Da allora, altri scienziati hanno supportato la scoperta ma alcuni studi indipendenti sono arrivati a conclusioni completamente diverse. La stessa squadra di Greaves rispose alle polemiche con un secondo documento più cauto, secondo cui la fosfina c'è nell'atmosfera di Venere ma in quantità minori rispetto al primo rilevamento. Altri paper si sono susseguiti in questi anni con le più svariate interpretazioni: uno ha attribuito il segnale della fosfina all'anidride solforosa, un altro ha identificato il vulcanesimo come fonte.
Tuttavia, secondo Clements, c'è un motivo ben preciso se alcuni non sono stati in grado di rilevare fosfina su Venere.
"Tutte le nostre osservazioni che hanno rilevato la fosfina sono state prese quando l'atmosfera di Venere si spostava dalla notte al giorno", ha detto, "e tutte le osservazioni che non hanno trovato fosfina sono state prese quando l'atmosfera si muoveva dal giorno alla notte". Questo perché durante il giorno, la luce ultravioletta del Sole può rompere le molecole nell'atmosfera superiore di Venere. "Tutta la fosfina viene cotta ed è per questo che non si vede", ha detto Clements. L'unica eccezione è rappresentata dalle osservazioni dello Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA) della NASA che avvennero di notte e, apparentemente, non mostrano tracce del gas. Ma il team di Clements ha rianalizzato anche questi dati, identificando deboli tracce della molecola, a sostegno di questa teoria.
Gli studi pro fosfina hanno finora dimostrato che il gas è concentrato tra i 53 a 61 chilometri di quota ma forse potrebbe provenire dalla bassa atmosfera del pianeta.
Clements ha anche ricordato che le parti per milione di livelli di fosfina rilevati sono coerenti con le tracce del gas trovate nei dati della sonda della NASA Pioneer Venus, che entrò nell'atmosfera del pianeta nel 1978.
"Tutto ciò che possiamo dire è che la fosfina è lì. Non sappiamo cosa la produca. Potrebbe essere chimica che non capiamo. O forse la vita".
E c'è anche l'ammoniaca
Una seconda squadra, guidata ancora una volta da Jane Greaves, ha rilevato, invece, ammoniaca, usando il Green Bank Telescope (GBO) nella Virginia Occidentale. Questo è un gas con un odore pungente che si forma in natura e viene prodotto principalmente dai batteri alla fine del processo di decomposizione di rifiuti vegetali e animali. Per quanto ne sappiamo, sui pianeti rocciosi non è facilmente riconducibile a processi abiotici. Per cui, trovare due potenziali biofirme nell'atmosfera di Venere anziché una, rende il contesto sicuramente più interessante, anche se ancora non costituisce una prova di vita extraterrestre.
"Anche se confermassimo entrambe queste [scoperte], non è una prova che abbiamo trovato microbi magici e che vivono lì oggi", ha detto Greaves.
Alcuni scienziati hanno ipotizzato che i microbi nell'atmosfera venusiana possano usare l'ammoniaca per neutralizzare le goccioline di acido solforico nelle nuvole.
L'acido solforico "è così concentrato che, per quanto ne sappiamo, non sarebbe compatibile con nessuna forma di vita di cui siamo a conoscenza sulla Terra, compresi i batteri estremofili, che amano gli ambienti molto acidi", ha detto Clements, riferendosi agli organismi in grado di sopravvivere in condizioni ambientali estreme. Tuttavia, "l'ammoniaca all'interno di queste goccioline di acido può fungere da tampone per l'acidità e portarla a un livello sufficientemente basso da consentire ad alcuni batteri terrestri noti di sopravvivere", ha aggiunto.
Anche Greaves ha commentato dicendo: "Se ci fossero microbi nelle nuvole di Venere, potrebbero creare determinati gas inattesi. Come l'ammoniaca che potrebbe essere utilizzata per neutralizzare l'acido. L'abbiamo rilevata leggermente al di sopra della regione che pensiamo sia abbastanza calda per la vita. O non ha nulla a che fare con la vita o il gas è forse prodotto da qualcosa di vivente ma si sposta verso l'alto dove è un po' più facile per noi rilevarlo".
In un certo senso, però, la presenza dell'ammoniaca è più facile da spiegare rispetto alla fosfina, secondo i ricercatori.
"Comprendiamo perché l'ammoniaca potrebbe essere utile alla vita", ha detto Clements. "Non capiamo come viene prodotta, proprio come non capiamo come viene prodotta la fosfina ma se lì ci fosse ammoniaca, avrebbe uno scopo funzionale comprensibile".
Tuttavia, la rilevazione dell'ammoniaca è ancora provvisoria e saranno necessarie altre osservazioni per una conferma o una smentita. Inoltre, come vanno queste cose si sa, la certezza non l'avremo finché un campione dell'atmosfera di Venere non arriverà nei laboratori terrestri. E, sicuramente neppure le prossime missioni DAVINCI+ e VERITAS della NASA, EnVision dell'ESA e quella privata della Rocket Lab riusciranno a mettere la parola "fine" a questa nuova saga spaziale.