Scoperto 21 anni fa, 50000 Quaoar è un oggetto transnettuniano di grandi dimensioni, a circa 6 miliardi e mezzo di chilometri, su un'orbita di poco esterna a quella di Plutone ma meno inclinata e quasi circolare  Si tratta di un planetoide relativamente freddo, di dimensioni approssimativamente pari ai due terzi di quelle di Plutone e che appartiene al gruppo dei cubewani, ossia degli oggetti classici della Fascia di Kuiper; deve il suo nome ad una divinità dei nativi americani della California.

 Nel 2021 gli astronomi dilettanti australiani J. Bradshaw, R. Langersek e J. Broughton avevano scoperto un primo anello attorno a Quaoar, osservando l'occultazione o affievolimento della luce di stelle sullo sfondo. In seguito, un gruppo di 59 astronomi ha eseguito nuove osservazioni di questo tipo, confermandone l'esistenza e mappando forma e spessore dell'anello. Tuttavia, contrariamente a quello che avviene in tutti i sistemi di anelli osservati nel Sistema Solare, questo giace insolitamente lontano, una distanza che è 7,4 volte il raggio del pianeta, cioè 3 volte il cosiddetto raggio di Roche. Quest'ultimo, nella teoria classica, è ritenuto come la distanza minima per la quale un satellite, tenuto insieme esclusivamente dalla gravità, può sopravvivere senza essere disgregato dalle forze di marea diventando un anello di detrito. D'altro canto, per gli stessi motivi, questa è anche la massima distanza a cui un anello può sopravvivere senza finire per riaggregarsi in un corpo unico, ad opera della forza di gravità!

 Tuttavia, in un articolo uscito un paio di mesi fa su Nature, gli autori facevo notare che, sebbene Quaoar sia l'unico pianeta nano con anelli posti al di fuori del limite di instabilità classico, esso condivide una proprietà in comune con gli altri due sistemi di anelli noti attorno ad altri due corpi simili (il Centauro Chariklo e il pianeta nano trans-nettuniano Haumea), In tutti e tre i casi, infatti, i detriti che compongono l'anello orbitano con un periodo che è vicino alla risonanza 1:3 con il periodo di rivoluzione del pianeta, Questa risonanza, attraverso il meccanismo di marea gravitazionale, potrebbe effettivamente impedire l'aggregazione dei detriti in un corpo più grande, spiegando la sopravvivenza dell'anello sul lungo termine, come confermato dalle simulazioni.

 Ora, in un articolo uscito su Astronomy and Astrodhysics, un gruppo di 69 astronomi guidati da Chrystian Luciano Pereira (Osservatorio Nazionale del Brasile) ha usato due grandi telescopi su Mauna Kea, Hawai'i, Gemini North e il Canada France-Hawaii Telescope, e una serie di telescopi più piccoli per studiare un'occultazione aggiuntiva avvenuta nell'agosto 2022. "Questi sono i migliori set di dati che abbiamo fino ad ora", afferma il membro del team Felipe Braga-Ribas (Università federale di tecnologia, Brasile).

 I dati confermano che il primo anello, ora chiamato Q1R, orbita a 4060 chilometri da Quaoar ed esibisce una fascia centrale un centro densa e stretta di circa 5 km, circondata da un involucro di materiale più disperso largo circa 60 km (la sua struttura ricorda quella dell'anello F attorno a Saturno). La parte più ampia dell'anello finora osservata è di 300 km e, sebbene le singole occultazioni possano campionare solo una o due sezioni dell'anello per volta, l'anello Q1R è probabilmente completo, ovvero non presenta interruzioni/discontinuità.

 Le nuove osservazioni hanno anche portato alla scoperta di un anello interno, chiamato Q2R, che è largo circa 10 km e orbita a 2520 km all'esterno. Come l'anello esterno, il secondo anello è al di fuori del limite di Roche e, sebbene viste solo durante un singolo evento di occultazione, le aree sondate finora sembrano essere più costanti in larghezza e densità. “Questo rivela quanto possa essere curioso e complesso il sistema di Quaoar”, osserva Luciano Pereira.

 Anche il periodo di rivoluzione dell'anello interno è prossimo ad una risonanza 5:7 con quello di rivoluzione di Quaoar, fornendo nuovamente una possibile spiegazione della sua esistenza. È anche possibile che piccoli satelliti "pastore" possano stabilizzare gli anelli, aggiunge Luciano Pereira, ma nessun oggetto del genere è stato ancora scoperto.