La probabilità di impatto, in assoluto, non è particolarmente alta: in questo momento essa corrisponde ad una parte su 24000 secondo NASA/cneos e 1 su 21100 secondo ESA/NEODyS2. Tuttavia, essa è cresciuta nelle ultime ore e, considerando che stiamo parlando di un oggetto decisamente grande (magnitudine assoluta H=19.8, corrispondente ad un diametro nominale di circa 370 metri), ieri sera è stato promosso sul livello 1 della scala di Torino, segno che non si tratta di una possibilità da trascurare e che l'oggetto va studiato con attenzione, per definirne l'orbita ed accertare quindi se esiste un rischio reale.
Posizionamento attuale sulla scala di Torino - Marco Di Lorenzo
L'oggetto segue un'orbita di tipo Apollo, con un perielio di poco interno all'orbita terrestre ma con una elevata inclinazione (quasi 37°) e una eccentricità non trascurabile (e=0,40). Questo lo rende ancora più insidioso perchè, quando interseca l'orbita terrestre, la sua velocità relativa a noi è decisamente sostenuta (24,1 km/s), aumentandone l'energia cinetica e quindi la potenza distruttiva. La stima su quest'ultima quantità, facendo le solite assunzioni sul diametro e la densità dell'oggetto (in realtà ignote) è di circa 4600 Megatoni, quasi 2 ordini di grandezza superiore al più potente ordigno nucleare mai sperimentato!
Orbita e posizione attuale di 2023 GQ2 - Credits: NASA/JPL/cneos
Una ultima curiosità riguarda il fatto che l'oggetto, contrariamente a quello che accade quasi sempre con i potenziali impattatori, sia stato scoperto quando era lontano dalla Terra, a oltre 190 milioni di km. Questo è stato possibile grazie alle sue dimensioni ragguardevoli, unite alla illuminazione favorevole. A questo punto, oltre ad effettuare nuove osservazioni, la strategia più efficace per rifinire l'orbita (e probabilmente escludere completamente ogni possibilità di impatto) è quella di "ripescare" l'oggetto negli archivi fotografici degli anni passati; qualcuno afferma di esserci già riuscito e quindi, presto, la situazione potrebbe cambiare radicalmente! Restate sintonizzati...
Aggiornamento alla sera del 20 aprile: come anticipato, l'asteroide è stato effettivamente ripescato in osservazioni risalenti al 2019 e ora la possibilità di impatto nel 2028 è stata esclusa mentre gli unici possibili impatti sono 3, poco probabili e lontani nel tempo (fine secolo); inutile dire che il livello sulla scala di Torino è tornato a zero.