Come avevamo preannunciato a inizio settimana, il quarto incontro storicamente più ravvicinato tra la Terra e quello che sembra un asteroide è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì ed ora sappiamo molte cose di più su questo evento.
Iniziamo dall'immagine di apertura, ripresa dal celebre Gianluca Masi con il Virtual Telescope "Elena" situato a Ceccano, in Lazio. Al momento mancavano 107 minuti al massimo avvicinamento e l'oggetto distava ancora 33000 km, comunque all'interno della fascia dei satelliti geostazionari. Durante l'esposizione di 60 secondi, il telescopio ha seguito automaticamente l'oggetto che copriva un angolo di 19 primi d'arco ogni minuto rispetto alle stelle fisse, le quali appaiono quindi come lunghe strisce luminose. 2023 BU aveva già oltrepassato la 12a magnitudine era ancora alto nel cielo (63°) nel luogo della ripresa ma, nel giro di un'ora o poco più, sarebbe divenuto praticamente invisibile alle nostre latitudini, scomparendo sotto l'orizzonte sud-occidentale.
Traiettoria della verticale tracciata da 2023 BU sulla superficie terrestre, con indicazione della distanza in migliaia di km dal geocentro - Credits: ESO's NEO coordination centre - Processing: Marco Di Lorenzo
Il massimo avvicinamento è avvenuto, secondo le effemeridi JPL/SSD pubblicate stasera, alle ore 00:27:26 UTC a una distanza di 9969,2 (±0,1) km dal geocentro, presso la punta meridionale del Sud-America, nella zona delle isole Falkland e della Terra del Fuoco, dunque più a sud della proiezione qui sopra che è antecedente. In quell'istante l'oggetto si spostava in cielo ad una vertiginosa velocità apparente di 3,2 primi d'arco ogni secondo, ma la sua luminosità stava già diminuendo perchè, dopo avere raggiunto mezz'ora prima la magnitudine 11,4 cominciava ad essere illuminato in controluce dal Sole (angolo di fase superiore ai 90°). Tony Dunn ha realizzato una bella animazione del passaggio, stavolta dal punto di vista dell'asteroide.
La deviazione dell'asteroide a causa della gravità terrestre è stata enorme, ben 120°. Questo ha inevitabilmente cambiato l'orbita dell'oggetto attorno al Sole, come illustrato nell'immagine seguente. In particolare, il diagramma a sinistra mostra il la vecchia orbita e un primo tratto di quella nuova. L'incontro ha reso l'orbita decisamente più eccentrica e più inclinata rispetto all'eclittica, rendendola più simile a quella di un asteroide Apollo e meno somigliante a quella terrestre.
Traiettorie eliocentrica (a sinistra) e geocentrica (in basso a destra) di 2023 BU, con la tabella che riporta i principali parametri dell'orbita prima e dopo l'incontro - Credits: ESO's NEO coordination centre - Processing: Marco Di Lorenzo
Per finire, adesso che conosciamo molto meglio la vecchia e la nuova orbita grazie al gran numero di misure effettuate, possiamo dire con certezza che 2023 BU non è mai passato a meno di 2,6 milioni di km dalla Terra nell'ultimo secolo, cosa che sembrerebbe escludere l'ipotesi che si tratti di un detrito spaziale artificiale. Per il secolo a venire, l'unico incontro realmente ravvicinato ci sarà nel 2066, comunque ad una distanza di ben 528000 km, molto diversa da quella appena raggiunta!