Lo si è saputo solo ieri ma, alle 21:09 del 12 gennaio, un oggetto con diametro presunto di poco inferiore ai 3 metri è giunto a circa 9180 km dalla superficie terrestre, sfrecciando a 54200 km/h. Il primo avvistamento di 2023 AV è avvenuto solo 9 ore dopo il massimo avvicinamento, ad opera dei telescopi "Catalina Sky Survey" e "Steward Observatory" di Mt. Lemmon, entrambi in Arizona. In quel momento, l'oggetto si era già portato oltre l'orbita lunare ed appariva piuttosto debole (magnitudine 19) ma, se qualcuno fosse riuscito a vederlo durante il momento dell'approccio, sarebbe apparso come una velocissima stella di 14a magnitudine.
Posizione attuale e orbita di 2023 AC (in blu la porzione sotto l'eclittica, in giallo quella sopra - Credits: IAU / Minor Planet Center - Processing: Marco Di Lorenzo
Purtroppo, la geometria dell'incontro era sfavorevole perchè, nelle ore immediatamente precedenti l'approccio, l'oggetto era prospetticamente vicino al Sole (non più di 31°); questo ne ha ritardato la scoperta e ha impedito l'osservazione alla minima distanza. Di fatto, se fosse stato più grande avesse incrociato la Terra solo qualche minuto più tardi, l'impatto sarebbe stato senza alcun preavviso e avrebbe potuto causare una piccola catastrofe. Questa è esattamente la situazione che si potrebbe evitare in futuro, con il lancio del satellite NEO Surveyor, previsto non prima di metà 2028.
Dalla ricostruzione dell'orbita, sappiamo che l'asteroide ha un'orbita piuttosto allungata ed inclinata, con distanze dal Sole che oscillano tra quella di Venere e quella di Marte, grossomodo. Anche nel 1986 deve essere passato molto vicino a noi (circa 400mila km) e potrebbe farlo di nuovo nel lontano 2099. Tuttavia, lo ribadiamo, con quelle dimensioni non potrebbe causare danni in quanto finirebbe per disintegrarsi completamente nell'atmosfera.
Come si vede nelle due tabelle qui sopra, tratte dalla nostra rubrica NeoNews, l'incontro ravvicinato è stato il terzo più ravvicinato negli ultimi 12 mesi, il 16° di tutti i tempi!