Gli scienziati sono abbastanza concordi sul fatto che, in passato, Marte fosse in gran parte o interamente coperto da un oceano, alimentato dall'acqua proveniente dall'interno del pianeta durante il processo di raffreddamento. In questo nuovo studio, pubblicato su Science Advances, i ricercatori suggeriscono un'origine alternativa per l'acqua che potrebbe aver raggiunto il Pianeta Rosso attraverso le rocce spaziali provenienti dal Sistema Solare esterno. Il team, guidato dal Center for Star and Planet Formation dell'Università di Copenaghen, è giunto a questa conclusione dopo aver analizzato i frammenti dei meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra.

I ricercatori ne hanno studiati 31, cercando in particolare le impronte isotopiche del cromo.
Il cromo-54 non si trova naturalmente su Marte; quindi, la sua presenza nei campioni di crosta marziana indicherebbe che la superficie è stata colpita da materiale proveniente dall'esterno. Le quantità identificate hanno permesso di stimare quanti meteoriti si schiantarono sul pianeta e, quindi, di calcolare anche quanta acqua venne consegnata dagli impatti.

 

Acqua dai meteoriti

Ricerche precedenti hanno dimostrato che le condriti sono costituite per il 10% da acqua. Per cui, noto il tasso di impatto, il team ha calcolato che l'acqua fornita dai meteoriti era sufficiente per coprire l'intera superficie del pianeta fino a una profondità di 300 metri, oltre al serbatoio d'acqua primordiale dovuto al degassamento del mantello.

Questa scoperta suggerisce che gli asteroidi ricchi d'acqua furono la principale fonte di acqua per gli oceani di Marte e probabilmente anche per tutti gli altri oggetti del Sistema Solare, dove l'acqua presente in varie forme.