Aggiornamento. Nel pomeriggio del 20 ottobre è giunta la conferma che la designazione 2022 UQ1 è stata rimossa dalla lista degli asteroidi NEO poiché l'oggetto è stato ufficialmente identificato come lo stadio Centaur che ha spinto la sonda Lucy un anno fa. Nell'articolo sottostante, del resto, l'identificazione era già data per molto probabile.

 Ha un diametro stimato compreso tra 13 e 30 metri (18 m è il valore più probabile) ed è passato a soli 2750 km di altezza, quando in Italia erano le 8:54 del 16 ottobre, sfrecciando a ben 38700 km/h. Eppure, fino a 43 ore dopo, nessuno lo ha notato e solo stamane si è saputo del rischio che abbiamo corso. Se l'oggetto avesse incrociato la Terra solo 4 minuti più tardi, sarebbe penetrato nella nostra atmosfera e, anche se probabilmente non avrebbe raggiunto intatto la superficie terrestre, la sua esplosione nella stratosfera avrebbe potuto generare un'onda d'urto paragonabile a quella che, nel febbraio 2013, causò oltre un migliaio di feriti a Čeljabinsk a causa dei frammenti di vetro dalle finestre infrante.

 Il primo avvistamento di 2022 UQ1 risale alle prime ore del 18 ottobre, da parte del telescopio di "Rio Hurtado", nuovo membro cileno della rete di avvistamento ATLAS concepita proprio per fornire un primo allarme in caso di oggetti in avvicinamento. Venti ore dopo, la sua traccia è stata registrata anche dall'altro membro meridionale della stessa rete in Sud Africa e, nelle ore successive, si sono aggiunte le osservazioni da Cerro Tololo (sempre in Cile) e dall'osservatorio Steward di Mt.Lemmon, in Arizona. Purtroppo, però, l'oggetto era già decisamente lontano da noi e debole, con magnitudine apparente oltre 18,5.

 Con i mezzi di monitoraggio attualmente disponibili, non sarebbe comunque stato possibile avvistarlo in fase di avvicinamento, perchè proveniva da una direzione prospetticamente vicina al Sole, come evidenziato dallo schema in basso a destra nell'immagine di apertura. Anche nei 20 minuti immediatamente successivi allo "sfioramento" è stato eclissato dall'ombra del nostro pianeta ma, subito dopo, doveva essere relativamente facile avvistarlo da parte di telescopi non troppo settentrionali posti nel Nuovo Continente, in Oceania o in Estremo Oriente, come un astro luminoso ed in rapido movimento nel cielo. Invece, c'è stato un imperdonabile ritardo difficile da spiegare e forse legato a condizioni meteorologicamente avverse oppure, paradossalmente, alla elevata velocità apparente dell'oggetto che ne sfavoriva l'osservazione fotografica; anche la Luna all'ultimo quarto potrebbe avere interferito negativamente. Tutte queste limitazioni sarebbero facilmente eliminabili se ci si decidesse ad allestire una rete di rivelazione nello spazio, magari in prossimità del punto di librazione L1, come quello proposto dal sottoscritto. Purtroppo a quanto pare nessuna agenzia spaziale è disposta, per ora, a fare un simile investimento.

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La sonda Lucy (indicata dalla freccia rossa) ripresa nella notte scorsa con esposizione di 6 minuti. Animazione basata su due frames, le stelle di fondo appaiono "mosse" - Credits: Nick James - Processing: Marco Di Lorenzo

 Nel frattempo, qualcuno ha fatto notare la curiosa coincidenza temporale tra questo passaggio eccezionale e il fly-by da parte della sonda Lucy, destinata ad esplorare una serie di asteroidi troiani di Giove. In effetti, alle 13:04 italiane del 16 ottobre, la sonda NASA è passata a soli 350 km di altezza sulla superficie terrestre, per potersi dare uno slancio ed allungare la propria orbita fino a lambire la fascia asteroidale; la sonda era stata lanciata un anno prima su un'orbita sincrona a quella terrestre e, tra due anni, tornerà per un secondo gravity assist definitivo, in grado di scagliarla nel sistema solare esterno.. Lo scarto temporale tra i due passaggi ravvicinati è di poco superiore alle 4 ore e, prima di allora, le orbite di Lucy e di 2022 UQ1 erano estremamente simili (stesso semiasse maggiore, stessa eccentricità e stesso orientamento, a meno di pochi punti percentuali). Pertanto, è molto probabile che l'oggetto di cui stiamo parlando sia un componente della sonda, anche se, a quanto pare, sulla base delle coordinate osservate, non si tratta né della sonda, né del secondo stadio Centaur che le ha impartito la spinta finale. Questo è piuttosto strano, dal momento che 2022 UQ1 risulta decisamente luminoso e quindi non è certo un oggetto piccolo, anche se probabilmente più piccolo delle stime che abbiamo riferito a inizio articolo perchè, come detrito, sicuramente più riflettente di un tipico asteroide...

 Non ci resta che attendere novità e sviluppi nelle prossime ore al riguardo, le inseriremo in questo articolo. Stay tuned!