Sono ormai anni che gli astronomi cercano questo mondo che potrebbe orbitare ai confini estremi del Sistema Solare. La caccia è iniziata nel 2016 quando, esaminando la distribuzione statistica dei KBO (cioè degli oggetti nella fascia di Kuiper), è stato notato uno strano raggruppamento orbitale e si è ipotizzato che il cluster fosse causato da un pianeta esterno non ancora rilevato. Sulla base dei calcoli di allora, questo mondo dovrebbe avere una massa di 5 Terre e dovrebbe essere è circa 10 volte più distante dal Sole rispetto a Nettuno. Ma le ricerche successive non conclusero nulla. Ciò ha portato alcuni a dubitare dell'esistenza del Pianeta 9. Mentre altri hanno suggerito che il Nono Pianeta esiste ma non possiamo vederlo perché è un buco nero primordiale. Gli astronomi Mike Brown e Konstantin Batygin hanno eseguito oltre un centinaio di simulazioni di decine di migliaia di KBO, con le orbite influenzate dal Nono Pianeta per 200 milioni di anni, creando una vera e propria mappa per la caccia al tesoro. In ogni caso, oggi abbiamo sempre più strumenti per scrutare il cielo: quindi, se esiste, non potrà nascondersi ancora per molto.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato i dati di due indagini svolte a poco più di 23 anni di distanza l'una dall'altra. In un tale arco di tempo, qualsiasi ipotetico pianeta lontano tra 700 e 8000 Unità Astronomiche, si sarebbe spostato quel tanto che basta per essere individuato. Il limite superiore sulla distanza è dettato dalla sensibilità degli strumenti e dallo spostamento troppo piccolo per essere rilevato bel cielo.
I candidati
Il team ha quindi riesaminato i dati registrati dall'InfraRed Astronomical Satellite (IRAS) e dal telescopio spaziale AKARI con una serie di algoritmi di filtraggio, trovando, sorprendentemente, più di 500 candidati. Sulla base dell'analisi spettrale, la maggior parte di questi ipotetici mondi aveva distanze orbitali inferiori a 1.000 UA e masse inferiori a Nettuno, che è esattamente l'intervallo previsto per il Pianeta 9. Tuttavia, quando le firme infrarosse sono state esaminate manualmente, nessuna è risultata così convincente. La maggior parte di essi non erano potenziali pianeti ma echi di una nebulosa.
"Abbiamo trovato 535 potenziali candidati", scrivono gli autori nel documento. "La maggior parte avrebbe masse vicine o inferiori a quella di Nettuno (~0,05 massa di Giove) e si troverebbe al di sotto di 1.000 UA. Tuttavia, l'esame delle immagini a infrarossi di questi candidati suggerisce che nessuno è sufficientemente convincente da giustificare un follow-up, poiché tutte si trovano all'interno o vicino ai cirri, che molto probabilmente sono la fonte del flusso del lontano infrarosso". Secondo i ricercatori, questo studio "fornisce ulteriori vincoli di osservazione per distanze inferiori e masse planetarie". Insomma, un altro buco nell'acqua. Chissà che Webb non riesca a far luce su questa storia.