La stella, situata a circa 26.000 anni luce dalla Terra vicino al denso e polveroso centro galattico, è circa 32 volte più massiccia del Sole e si trova all'interno di un enorme disco di gas vorticoso. Questo disco di accrescimento misura circa 4.000 Unità Astronomiche (UA) di larghezza, o 4.000 volte la distanza tra la Terra e il Sole. I dischi di accrescimento, noti anche come "dischi protostellari" sono delle culle cosmiche dove le stelle nascono e crescono. Tuttavia, per le protostelle massicce, in particolare quelle di tipo O primitivo, con più di 30 masse solari, il ruolo dei dischi di accrescimento non è molto chiaro. Inoltre gli astronomi non ne hanno mai visto uno come questo che sembra una galassia a spirale in miniatura con due bracci, in orbita pericolosamente vicina al centro della nostra Galassia.

Secondo il team di astronomi che ha analizzato i dati e ha pubblicato i propri risultati sulla rivista Nature Astronomy, la forma vorticosa del disco non sarebbe "naturale". Piuttosto, hanno scritto, il disco sembra essere stato letteralmente scosso da una quasi-collisione con un altro corpo, forse è colpa di un misterioso oggetto, grande tre volte il Sole, che sembra risiedere lì vicino.

 

Osservazioni

A una distanza di circa 26.000 anni luce dalla Terra, il Centro Galattico è un ambiente di formazione stellare unico e importante. Oltre al buco nero supermassiccio Sgr A*, il Centro Galattico contiene un enorme serbatoio di denso gas molecolare, principalmente sotto forma di idrogeno molecolare (H2), che è la materia prima per la formazione stellare. Il gas inizia a formare stelle una volta iniziato il collasso gravitazionale. Ma questa regione della nostra Galassia è particolare, con forti turbolenze e forti campi magnetici, nonché forze di marea generate da Sgr A*, che influiscono sostanzialmente sulla formazione stellare.

Poiché la distanza tra il Centro Galattico e la Terra è enorme e, in mezzo, c'è molto spazio che genera interferenze, le osservazioni dirette delle zone di formazione stellare attorno al Centro Galattico sono generalmente difficili.

Dati e simulazioni

Utilizzando le osservazioni ad alta definizione dell'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile, il team ha eseguito una serie di simulazioni, calcolando una dozzina di potenziali orbite per l'oggetto misterioso. Da qui è emerso che quest'ultimo avrebbe potuto seguire un percorso specifico, sfiorando il disco 12.000 anni fa, perturbando la polvere abbastanza da produrre la vivida forma a spirale che si vede oggi.
"La bella corrispondenza tra i calcoli analitici, la simulazione numerica e le osservazioni di ALMA forniscono prove solide che i bracci a spirale nel disco sono relitti del passaggio ravvicinato dell'oggetto intruso", ha dichiarato nel comunicato dell'Osservatorio Astronomico dell'Accademia Cinese delle Scienze l'autore dello studio Lu Xing.

Il dottor LU Xing, ricercatore associato dello Shanghai Astronomical Observatory (SHAO) dell'Accademia cinese delle scienze e ha collaborato in questa ricerca con i colleghi dell'Università dello Yunnan, dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e del Max Planck Institute.


Risultati

Oltre a offrire le prime immagini dirette di un disco protostellare nel Centro Galattico, questa scoperta dimostra che la formazione di stelle massicce può essere simile a quella di stelle di massa inferiore, attraverso dischi di accrescimento e passaggi ravvicinati. Gli oggetti esterni possono interagire con i dischi stellari e conferire loro forme a spirale tipicamente viste solo su scala galattica. E, poiché il centro della Via Lattea è molto denso di stelle è probabile che eventi simili a questo si verifichino abbastanza regolarmente. Ciò significa che il centro della nostra Galassia potrebbe essere ricco di spirali in miniatura, che aspettano solo di essere scoperte.

È interessante notare che i passaggi ravvicinati potrebbero essersi verificati anche nel nostro Sistema Solare: un sistema stellare binario noto come Stella di Scholz sfiorò il Sistema Solare circa 70.000 anni fa, probabilmente penetrando attraverso la nuvola di Oort e inviando comete verso l'interno.