Il nuovo catalogo Gaia DR3 è basato sulle stesse osservazioni utilizzate nel catalogo precedente EDR3, uscito a dicembre 2020. Si tratta dei dati raccolti nei primi 34 mesi della missione (dal 25 luglio 2014 al 28 Maggio 2017), riguardanti 1,81 miliardi di oggetti stellari. All'epoca erano stati presentati solo i dati astrometrici (posizione, parallasse e moto proprio) mentre desso le informazioni sono numerose, comprendendo gli spettri e quindi nuove misure di velocità radiale, di temperatura superficiale, di "metallicità" (contenuto di elementi pesanti) e di estinzione dovuta al mezzo interstellare.
Mappa del cielo in coordinate galattiche, con i colori che riflettono l'effettivo indice di colore medio dovuto agli oggetti in ciascun punto..- Image credits: ESA/Gaia/DPAC - CC BY-SA 3.0 IGO. Acknowledgements: R. Sordo, F. De Angeli, M. Riello.
Anche le stelle binarie o multiple sono state finalmente viste e classificate come tali e questo ha generato un catalogo di 185000 binarie spettroscopiche, 85000 binarie ad eclisse (fotometriche), 169000 binarie astrometriche, in cui vediamo solo la componente più luminosa il cui moto è disturbato da una compagna troppo debole per essere osservata. Si tratta di un salto di diversi ordini di grandezza in termini statistici!
Tra le novità ci sono 33 milioni di velocità radiali (lungo la linea di vista), oltre 100 milioni di spettri e 13 milioni di stelle variabili. E' stato prodotto, in particolare, un catalogo GSPC contenente ben 220 milioni di spettri a bassa dispersione, riguardanti gli oggetti di luminosità media e alta (principalmente sotto la magnitudine apparente "Gaia" G=17,65), contenente anche dati raccolti da Terra e consultabile online. Per quanto riguarda il sistema solare, sono stati raccolti astrometrici per 150000 asteroidi e, per 60000 di essi, abbiamo gli spettri di riflessione.
Innumerevoli dettagli "fini" appaiono in questo diagramma "luminosità-colore" basato sul catalogo GSPC e relativo a 4 milioni di stelle intorno ai poli galattici (meno di 50°) e con buona misura di distanza (errore sulla parallasse inferiore al 10%). - Credits: ESA/Gaia/DPAC - CC BY-SA 3.0 IGO. Acknowledgements: M. Bellazzini - Improvement: Marco Di Lorenzo
Sono state illustrate una infinità di nuove scoperte e questo è solo un primissimo assaggio di quello che si potrà fare, nei prossimi mesi e anni, usando il nuovo catalogo. Ad esempio, per quanto riguarda la struttura della Via Lattea, il "braccio locale" in cui noi risediamo non risulta affatto corto e si estende per almeno 25000 anni luce, motivo per cui sarebbe meglio tornare a chiamarlo "braccio di Orione". Inoltre, il moto delle stelle, soprattutto quelle più giovani e ricche di metalli, è un ottimo tracciante per la struttura a bracci della Via Lattea e conferma peraltro in pieno la presenza di una barra nella porzione interna della galassia; con un angolo di circa 20° rispetto la linea di vista.
L'impressione è che questa enorme messe di dati sia un goloso regalo su cui gli astronomi di tutto il mondo non vedevano l'ora di mettere le mani. I dati del nuovo catalogo sono disponibili su https://gea.esac.esa.int/archive/