Scritto: Mercoledì, 13 Aprile 2022 04:50 Ultima modifica: Mercoledì, 13 Aprile 2022 05:42

Hubble conferma: la cometa Bernardinelli-Bernstein ha un nucleo enorme


Con un diametro stimato di circa 130 chilometri, si tratta del nucleo cometario più grande mai visto dagli astronomi. Circa 50 volte più grande di quello delle comete più conosciute.

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Questa sequenza mostra come il nucleo della cometa C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein) sia stato isolato da un vasto guscio di polvere e gas che circonda il nucleo solido ghiacciato. La foto a sinistra è stata scattata dalla Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble della NASA l'8 gennaio 2022.
Questa sequenza mostra come il nucleo della cometa C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein) sia stato isolato da un vasto guscio di polvere e gas che circonda il nucleo solido ghiacciato. La foto a sinistra è stata scattata dalla Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble della NASA l'8 gennaio 2022.
Crediti: NASA, ESA, Man-To Hui (Università della scienza e della tecnologia di Macao), David Jewitt (UCLA); Elaborazione immagini: Alyssa Pagan (STScI)

Si stima anche che la sua massa sia di 500 trilioni di tonnellate, centomila volte maggiore della massa di una tipica cometa che approccia il Sole.
In questo momento, C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein) sta volando a 35.000 chilometri orari al confine del Sistema Solare e, per fortuna, non si avvicinerà mai a meno di 1,6 miliardo di chilometri dal Sole, cioè non oltrepasserà mai l'orbita di Saturno. E non raggiungerà la distanza minima (o perielio) prima del 2031.

Il precedente detentore del record è la cometa C/2002 VQ94, con un nucleo stimato in 95 chilometri di diametro, scoperta nel 2002 dal progetto Lincoln Near-Earth Asteroid Research (LINEAR).

"Questa cometa è letteralmente la punta dell'iceberg di molte migliaia di comete che sono troppo deboli per essere viste quando ancora si trovano nelle parti più lontane del Sistema Solare", ha detto David Jewitt, professore di scienze planetarie e astronomia all'Università della California, Los Angeles (UCLA) e coautore del nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. "Abbiamo sempre sospettato che questa cometa dovesse essere grande perché è così luminosa a una distanza così grande. Ora è confermato".


Il gigante freddo

La cometa C/2014 UN271  (Bernardinelli-Bernstein) è stata scoperta dagli astronomi Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein in immagini d'archivio del Dark Energy Survey presso l'Osservatorio interamericano Cerro Tololo in Cile. È stato osservata per la prima volta casualmente nel novembre 2010, quando si trovava a ben 4,8 miliardi di chilometri dal Sole, che è quasi la distanza media di Nettuno. Da allora, è stata studiata intensamente con telescopi terrestri e spaziali.

"Questo è un oggetto straordinario, visto che così attivo quando è ancora così lontano dal Sole", ha affermato l'autore principale del documento Man-To Hui dell'Università di Scienza e Tecnologia di Macao, Taipa. "Pensavamo che la cometa potesse essere piuttosto grande ma avevamo bisogno dei migliori dati per confermarlo". Quindi, il suo team ha utilizzato Hubble per scattare cinque foto della cometa l'8 gennaio 2022.

hubble comet c 2014 un271 nucleuscomparison

La maggior parte dei nuclei delle comete osservati sono più piccoli della cometa di Halley. La cometa C/2014 UN271 è attualmente detentrice del record per le grandi comete. E potrebbe essere solo la punta dell'iceberg.
Crediti: Illustrazione: NASA, ESA, Zena Levy (STScI)


Il contributo di Hubble

La sfida nel misurare questa cometa è stata come discriminare il nucleo solido dall'enorme chioma polverosa che lo avvolge. La cometa è attualmente troppo lontana perché il suo nucleo possa essere risolto visivamente da Hubble ma i suoi dati mostrano un brillante picco di luce nella posizione del nucleo.  Quindi, Hui e il suo team hanno realizzato un modello al computer della chioma circostante e lo hanno adattato alle immagini riprese dal telescopio spaziale. Successivamente, il bagliore della chioma è stato sottratto e il nucleo è rimasto visibile, come fosse una stella.

Poi, Hui e il suo team hanno confrontato la luminosità del nucleo con le precedenti osservazioni radio dell'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile. Questi dati combinati vincolano il diametro e la riflettività del nucleo.
Le nuove misurazioni di Hubble sono vicine alle precedenti stime delle dimensioni di ALMA ma suggeriscono in modo convincente una superficie del nucleo più scura di quanto si pensasse in precedenza. "È grande ed è più nero del carbone", ha detto Jewitt.

Si ritiene che Bernardinelli-Bernstein abbia intrapreso il suo viaggio verso il Sole da oltre 1 milione di anni e provenga dalla Nube di Oort, la lontana culla delle comete. Ipotizzata per la prima volta nel 1950 dall'astronomo olandese Jan Oort, questa regione del Sistema Solare rimane ancora teorica, seppur concorda con la modellizzazione teorica della formazione e dell'evoluzione del Sistema Solare: si stima che le sonde Voyager della NASA non la raggiungeranno prima di 300 anni e potrebbero volerci fino a 30.000 anni per attraversarla.

Le comete della Nube di Oort si formarono piuttosto vicine dal Sole ma furono espulsi dal Sistema Solare miliardi di anni fa, quando le orbite di Giove e Saturno erano ancora in evoluzione. Di tanto in tanto, alcune di esse tornano verso la stella quando le loro orbite lontane vengono disturbate da una spinta gravitazionale.
La cometa Bernardinelli-Bernstein segue un'orbita ellittica lunga 3 milioni di anni che la porta a circa mezzo anno luce dal Sole. Arriva, quindi, a meno di 3 miliardi di chilometri dalla nostra stella dove le temperature sono solo circa -210 gradi Celsius. Abbastanza caldo da permettere al monossido di carbonio di sublimare e produrre una chioma polverosa.

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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