La nuova idee si basa su teorie precedenti secondo cui la materia oscura è nata in una sorta di "bagno termale" all'origine dell'Universo, dove il plasma primordiale costituito da materia ordinaria generava particelle di materia oscura .
"Questo porta a una crescita esponenziale della densità numerica della materia oscura in stretta analogia con altri processi di crescita esponenziale familiari in natura", scrive il team internazionale di fisici, guidato da Torsten Bringmann dell'Università di Oslo in Norvegia, nell'articolo appena pubblicato.
Questa ipotetica forma della materia nasce per giustificare diverse osservazioni astrofisiche, come la stima della massa delle galassie o degli ammassi di galassie e le proprietà di fluttuazione della radiazione cosmica di fondo.
Ovviamente la nuova proposta non risponde a tutte le domande ma si adatta alle osservazioni della materia oscura che abbiamo oggi tramite il fondo cosmico a microonde (CMB, Cosmic Microwave Background Radiation).
La nuova teoria è una via di mezzo tra i due modelli chiamati freeze-in e freeze-out, dicono i ricercatori. Il primo prevede che la materia oscura si è formata senza sosta nel plasma inziale e il processo si è interrotto solo con l'espansione dell'Universo. Il secondo, invece, suggerisce che la materia oscura è apparsa rapidamente quanto la materia normale ma ha raggiunto un equilibrio quando le antiparticelle hanno iniziato ad annullarla. Quella quantità è poi rimasta bloccata dall'Universo in espansione.
Il nuovo studio teorizza che la materia oscura è nata sempre dal plasma primordiale costituito da materia ordinaria ma non nella quantità che stimiamo oggi. Ad un certo punto, le particelle di materia oscura avrebbero iniziato una sorta di autoproduzione dalla materia ordinaria che sarebbe rallentata, fino a cessare, solo con l'espansione dell'Universo. A causa di quest'ultima, le particelle si sono allontanate sempre di più rendendo difficile o impossibile il contatto. Così la produzione di materia oscura si è esaurita e il risultato è la quantità di che "vediamo" oggi.
Secondo i ricercatori, da qualche parte nel CMB, dovrebbe esserci la prova che questa teoria è corretta. Basterà trovarla!