Sono stati scoperti da HASEGAWA Sunao, ricercatore senior presso la ISAS JAXA e da un team internazionale di ricercatori del MIT, dell'Università delle Hawaii, della Seoul National University, dell'Università di Kyoto e del Laboratoire d'Astrophysique de Marseille.
Questi oggetti sono molto più rossi degli asteroidi di tipo D che si pensava fossero i più rossi di tutta la Fascia. Gli spettri di 203 Pompeja e 269 Justitia, invece, assomigliano a quelli degli oggetti transnettuniani e dei Centauri nel Sistema Solare esterno
Di cosa sono fatti?
Le osservazioni spettroscopiche suggeriscono la presenza di materia organica complessa sulla superficie.
È possibile che questi oggetti si siano formati vicino al bordo esterno del Sistema Solare e siano migrati nella Fascia degli Asteroidi durante le prime fasi della sua formazione. Questa scoperta potrebbe fornire quindi nuove prove che i planetesimi formati ai margini esterni del Sistema Solare si sono spostati verso all'interno dell'orbita di Giove.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sull'Astrophysical Journal Letters.
Ogni famiglia una storia
La struttura interna di un grande pianeta come la Terra è differenziata in nucleo, mantello e crosta. Tuttavia, questo genere di corpi ha perso la maggior parte delle informazioni sulla propria formazione. Per cercare tracce di storia del Sistema Soalre primordiale bisogna esaminare gli oggetti indifferenziati, cosiddetti "primitivi".
Si pensa che alcuni meteoriti arrivati sulla Terra siano stati espulsi da corpi minori primitivi come gli asteroidi. I meteoriti di condrite ordinarie e le meteoriti di condrite carboniosa sono esempi tipici. I primi sarebbero derivati da corpi celesti che si sono formati nella regione interna del Sistema Solare, all'interno della linea della neve; i secondi, invece, si sarebbero formati oltre questo confine. È noto che tali oggetti primitivi occupano la maggior parte della Fascia di Asteroidi (tra 2,1 e 3,3 unità astronomiche, UA) che si trova tra Marte (a 1,5 UA) e Giove (5,2 UA). Gli asteroidi che corrispondono alle condriti ordinarie sono chiamati asteroidi di tipo S. Ne è un esempio 25143 Itokawa, di cui la sonda Hayabusa (MUSES-C) ha riportato a terra un campione. Gli asteroidi che corrispondano alle condriti carboniose sono noti come asteroidi di tipo C e il campione dell'asteroide 162173 Ryugu restituito dala navicella Hayabusa 2 ne è un esempio.
All'interno della Fascia degli Asteroidi, i corpi di tipo S popolano maggiormente la parte interna, mentre quelli di tipo C aumentano verso l'esterno. Questa differenziazione è prevista ma non è una distribuzione netta. Anzi. La disposizione un po' eterogenea è considerata una prova che gli asteroidi si sono mossi in direzione radiale attraverso il Sistema Solare e si sono mescolati durante la formazione della Fascia di Asteroidi che vediamo oggi..
Appena fuori dalla cintura si trova un gruppo di piccoli corpi noti come Cibele (da 3,3 a 3,7 UA), che consistono principalmente di asteroidi di tipo D. Gli asteroidi di tipo D formano anche la metà della popolazione di oggetti nel più distante gruppo Hilda (3,7-4,2 UA) e quello dei Troiani di Giove (circa 5,2 UA). Questi corpi sono noti per avere uno spettro simile a quello delle comete, che normalmente contengono molti componenti volatili come acqua e anidride carbonica.
Guardando verso il bordo esterno del Sistema Solare intorno a Nettuno, ci sono molti oggetti transnettuniani e centauri che assomigliano agli asteroidi della Fascia degli Asteroidi. Alcuni di questi sono arrivati nelle vicinanze della Terra, come le comete, ma non sappiamo se alcuni di essi siano migrati ed abbiano trovato casa nella Fascia degli Asteroidi.
Evoluzione del Sistema Solare.
Crediti: NASA, JAXA
I nuovi risultati
Nella Fascia degli Asteroidi, si ritiene generalmente che gli asteroidi con dimensioni superiori a ~100 chilometri di diametro abbiano evitato la distruzione catastrofica e si pensa che siano la popolazione sopravvissuta dei planetesimi che si sono formati all'inizio della storia del Sistema Solare. Su questi corpi, il team di ricerca ha condotto un'analisi spettroscopica, per acquisire dati nel vicino infrarosso soprattutto degli oggetti che per i quali ancora non si avevano informazioni.
Dall'indagine è emerso che 203 Pompeja, con un diametro di 110 chilometri, ha uno spettro più rosso anche di quello degli asteroidi di tipo D. Simile è 269 Justitia, con un diametro di 55 chilometri, il cui spettro era nascosto in osservazioni precedenti. Il confronto spettroscopico ha rivelato che 203 Pompeja e 269 Justitia condividono caratteristiche spettrali con i corpi celesti del Sistema Solare esterno e con quelli dei centauri, come si evince dall'immagine in apertura. Pertanto questi due oggetti, dicono gli autori, potrebbero essere ricoperti di materia organica, proprio come la superficie di alcuni corpi.del Sistema Solare esterno. Potrebbero essere quindi nati lontano ed migrati nella Fascia solo durante la prima epoca della formazione del Sistema Solare. Insomma, hanno tutte le carte in regola per diventare obiettivi di future missioni!