I ricercatori del Southwest Research Institute hanno, invece, dimostrato che i processi che portano grandi asteroidi sulla Terra da quella regione si verificano almeno 10 volte più frequentemente del previsto e che la composizione di questi corpi corrisponde a ciò che sappiamo sull'impattore che uccide i dinosauri.
Il team ha combinato modelli computerizzati dell'evoluzione degli asteroidi con osservazioni di asteroidi noti per studiare la frequenza dei cosiddetti eventi Chicxulub.
Circa 66 milioni di anni fa, un oggetto di oltre 9 chilometri colpì quella che oggi è la penisola dello Yucatán, forse un asteroide o forse una cometa. formando il cratere Chicxulub e causando un evento di estinzione di massa che pose fine al regno dei dinosauri.
Negli ultimi decenni, si è appreso molto sull'evento Chicxulub ma ogni progresso ha portato a nuove domande. "Due punti critici ancora senza risposta sono: 'Qual era la fonte dell'impattore?' e 'Con quale frequenza si sono verificati tali eventi di impatto sulla Terra in passato?'", ha detto Dr. William Bottke dello SwRI che, insieme al Dr. David Nesvorný e al Dr. Simone Marchi ha portato avanti lo studio rilasciato su Icarus.
Domande e possibili risposte
Per sondare l'impatto di Chicxulub, i geologi avevano già esaminato campioni i roccia trovati sulla terraferma e all'interno dei carotaggi. I risultati indicano che l'impattore era simile alla classe delle condriti carbonacee, alcuni dei meteoriti più interessanti da un punto di vista scientifico perché costituite dal materiale più antico ed incontaminato del Sistema Solare neonato. Curiosamente, però, finora nessun corpo con queste caratteristiche e così grande si è mai avvicinato alla Terra tanto da causare un cratere come quello dello Yucatán. Quindi, "Abbiamo deciso di cercare dove potevano nascondersi i fratelli dell'impattore Chicxulub", ha detto Nesvorný, autore principale dell'articolo che descrive lo studio.
"Per spiegare la loro assenza, diversi gruppi di ricerca precedenti hanno simulato la rottura di grandi asteroidi e comete nel Sistema Solare interno, osservando le ondate di impatti sulla Terra", ha detto Bottke. "Mentre molti di questi modelli avevano proprietà interessanti, nessuno ha fornito una corrispondenza soddisfacente con ciò che sappiamo su asteroidi e comete. Sembrava che mancasse ancora qualcosa di importante".
Per risolvere questo problema, il team ha utilizzato modelli al computer che tracciano il modo in cui gli oggetti sfuggono alla Fascia Principale degli Asteroidi, una zona di piccoli corpi situata tra le orbite di Marte e Giove. Così è stato scoperto che, nel corso degli eoni, le forze termiche consentono a queste rocce spaziali di andare alla deriva verso "punti di fuga" dinamici dove i calci gravitazionali dei pianeti possono spingerli in orbite vicine alla Terra. Utilizzando il supercomputer Pleaides della NASA, i ricercatori hanno seguito 130000 modelli di asteroidi evolversi in questo modo, lento e costante per centinaia di milioni di anni.
Particolare attenzione è stata posta sugli asteroidi situati nella metà esterna della Fascia, la parte più lontana dal Sole. E, con sorpresa, è stato scoperto che gli asteroidi larghi 9 chilometri provenienti da questa regione colpiscono la Terra almeno 10 volte più spesso di quanto calcolato in precedenza, in media una volta ogni 250 milioni di anni, un lasso di tempo che coincide con le tempistiche delle estinzioni di massa come quella associata a Chicxulub. "Questo lavoro ci aiuterà a comprendere meglio la natura dell'impatto di Chicxulub, dicendoci anche dove potrebbero aver avuto origine altri grandi impatti del profondo passato della Terra", ha detto Nesvorný.