La Via Lattea è una galassia a spirale a forma di disco, piatto, ricco di stelle e gas. All'interno, i bracci sono ben visibili. Questa, almeno, è la descrizione semplificata.
Dalla metà del XX secolo, grazie alle osservazioni nella parte radio dello spettro elettromagnetico, gli astronomi sanno che i confini più lontani della nostra galassia, sono deformati: si abbassano e si alzano come accadrebbe ad un disco di vinile lasciato su una piastra calda. Dati successivi hanno dimostrato che questa caratteristica, detta "curvatura galattica", è comune nelle galassie a spirale.
La curvatura galattica
Sono state presentate diverse spiegazioni per la curvatura galattica. Ad esempio, la possibilità che derivi dal materiale circostante che cade sul disco galattico: in tal caso, la distorsione sarebbe probabilmente statica o si muoverebbe molto lentamente. Altre teorie hanno ipotizzato che le deformazioni vengano modellate da meccanismi più dinamici, come le interazioni con la materia oscura, o con galassie più piccole che vi orbitano attorno, generando increspature.
"Se sapessimo se l'increspatura ruota e quanto velocemente, potremmo trovare un pezzo del puzzle", ha detto Žofia Chrobáková, dottoranda in astrofisica presso l'Istituto di Astrofisica delle Isole Canarie (IAC) in Spagna.
Lo scorso anno, uno studio pubblicato su Nature Astronomy, di cui abbiamo parlato in questo articolo, ha utilizzato le informazioni del satellite Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea per dedurre che la curvatura della nostra galassia stava ruotando. Un secondo articolo, pubblicato a dicembre su The Astrophysical Journal, ha confermato questi risultati, suggerendo che la curvatura si stava muovendo piuttosto rapidamente, orbitando con un periodo compreso tra 600 e 700 milioni di anni. Se così fosse, il fenomeno sarebbe quasi 10 volte più veloce di quanto previsto dai modelli precedenti. Ma una nuova ricerca guidata da Chrobáková e dal collega Martín López-Corredoira, sempre dell'IAC, mette un freno a queste misurazioni.
Utilizzando gli stessi dati di Gaia ma modellandoli in modo diverso, Chrobáková e López-Corredoira hanno scoperto che la deformazione si sta muovendo circa 3,4 volte più lentamente rispetto ai risultati annunciati l'anno scorso. Il loro lavoro è stato pubblicato a maggio sul The Astrophysical Journal.
"La mia ricerca mostra questa nuova svolta e dice che siamo tornati al punto di partenza", ha detto Chrobáková. "La chiamiamo anti-scoperta". Eppure, a quanto sembra, i nuovi calcoli hanno ampi margini di errore. Ronald Drimmel, astronomo dell'Università di Torino, ha commentato: "Potrebbe indicare che non c'è movimento o che ha un movimento ampio". Tuttavia, "fare tali misurazioni è difficile. Siamo proprio nel disco della galassia e le nuvole di polvere limitano la distanza a cui possiamo vedere".
La speranza è che i prossimo cataloghi di Gaia possano fornire ulteriori informazioni per avvicinarsi alla soluzione dell'enigma.